A partire dal 1° maggio avrà inizio la rivoluzione dei sussidi di disoccupazione, secondo le disposizioni contenute all'interno del decreto legislativo n. 22 del 2015: nascono la Naspi 2015 e l'Asdi che andranno a sostituire l'Aspi e la MiniAspi, istituiti con la riforma Fornero del 2012. In questo articolo, oltre a definire quali sono i requisiti di accesso a queste nuove forme di sostegno al reddito per i disoccupati, faremo anche un confronto con l'Aspi: se, da un lato, si constaterà che la Naspi 2015 ha una durata e un importo massimo maggiori rispetto al suo predecessore, dall'altro si sottolineerà come ad essere penalizzati, anche rispetto all'Aspi, saranno proprio coloro che hanno lavorato vin maniera discontinua e precaria.
Naspi 2015 e Asdi, requisiti disoccupazione: chi può fare richiesta, differenze con l'Aspi
I requisiti di accesso alla Naspi 2015 non sono particolarmente stringenti: il sussidio spetta a coloro che hanno lavorato almeno 30 giorni negli ultimi 12 mesi e hanno versato contributi per almeno 13 settimane nell'ultimo quadriennio. Per quanto riguarda l'Asdi 2015, invece, si tratta di un sussidio di disoccupazione previsto per tutti coloro che non sono riusciti, al termine della Naspi 2015 e nonostante la partecipazione a percorsi di reinserimento lavorativo, a trovare una nuova occupazione: penalizzante è l'importo, sarà il 75% dell'ultimo assegnato avuto con la Naspi.
In generale i requisiti di accesso sono comunque molto più elastici rispetto a quelli dell'Aspi, per accedere a quest'ultimo bisognava aver versato almeno un anno di contributi nell'ultimo biennio.
Anche la MiniAspi era meno elastica, occorrevano infatti 13 settimane di contribuzione nell'ultimo anno.
Naspi 2015 e Asdi, requisiti disoccupazione: la durata e l'importo, differenza con l'Aspi
La Naspi 2015 è in teoria più elastica anche sulla durata rispetto alla vecchia Aspi: il nuovo sussidio di disoccupazione infatti può coprire un periodo di due anni, dal momento che la durata si calcola a partire dalla metà delle settimane effettivamente lavorate nell'ultimo quadriennio.
L'Aspi, invece, aveva un meccanismo differente, basato sull'età: la durata era di dieci mesi per chi aveva meno di 50 anni, 12 mesi per chi aveva più di 50 anni, 18 mesi per chi aveva più di 55 anni.
A questo punto, bisogna parlare delle penalizzazioni. L'articolo 5 del dlgs 22/2015 sancisce che nel calcolo della durata del sussidio non possono essere inseriti i periodi di lavoro per i quali il richiedente ha beneficiato dell'assegno di disoccupazione.
In parole povere, saranno penalizzati i lavoratori con impieghi precari, saltuari e stagionali come quelli, ad esempio, del settore del turismo. L'Aspi non prevedeva un meccanismo del genere, i 10 mesi venivano riconosciuti a chiunque avesse versato almeno 12 mesi di contributi nell'ultimo biennio.
Anche per quanto riguarda l'importo, ci sono penalizzazioni. La Naspi 2015 prevede un tetto massimo di 1300 euro lordi mensili, mentre l'Aspi di 1195 euro. La questione riguarda i tagli all'assegno: per l'Aspi era del 15% dopo 6 mesi, e di un altro 15% dopo 12 mesi; per la Naspi si tratta del 3% mensile a partire dal quarto mese, dunque del 45% dopo 18 mesi e del 60% circa alla fine del periodo.
Se si aggiunge che l'Asdi 2015 sarà il 75% dell'ultimo assegno Naspi, è chiaro come anche quest'ultimo sia un sussidio assolutamente penalizzato. È tutto con le ultime informazioni e con le analisi sulla Naspi 2015 e l'Asdi. Per ricevere aggiornamenti sulle questioni di politica economica, cliccate su "Segui" sopra il titolo dell'articolo.