Continua a far parlare di se il caso legato all'opzione donna, una delle vertenze previdenziali certamente più delicate fra quelle al momento ascrivibili al capitolo Pensioni 2015. Al punto in cui si è arrivati è bene riordinare le idee procedendo lungo un doppio binario: da una parte il versante istituzionale, dall'altra quello giudiziale con l'avvio ufficiale dell'iter connesso alla class action contro l'Inps. Partendo dalla prima bisettrice di sviluppo il quadro è a tinte chiaro-scure: il ddl Damiano è stato calendarizzato con la previsione di Opzione Donna al suo interno con il relativo dibattito iniziato la scorsa settimana, ma i tempi più che biblici della nostra politica non fanno certo dormire sonni tranquilli alle promotrici del Comitato di categoria sapientemente guidato da Dianella Maroni.

Avvicinate a margine di un incontro tenutosi a Messina, Renata Polverini e Maria Luisa Gnecchi, entrambe membri della Commissione Lavoro, hanno 'benedetto' l'iter connesso alla class action contro l'INPS anche e soprattutto considerata l'indifferenza del Premier Renzi. Certo solo in Italia un gruppo di individui può essere costretto a riunirsi in una class action per ottenere delle pensioni contributive e dunque più basse di quanto non spetterebbe in teoria, solo in Italia un ente pubblico (l'INPS) poteva improvvisarsi legislatore, solo in Italia una vertenza di questa gravità poteva essere ignorata dal Presidente del Consiglio dei Ministri.



Pensioni 2015 con opzione donna, focus class action-INPS: tempi, iter e possibili esiti - Boeri parla del futuro sistema previdenziale

La vertenza collegata ad opzione donna è di certo una delle più clamorose tra quelle appartenenti al capitolo pensioni 2015 ma non è la sola. Tante infatti sono le vicende che andrebbero risolte e affrontate, con il presidente INPS Tito Boeri ad aver di recente presentato la propria ricetta per il cambiamento. Il noto economista 'sogna' un sistema più flessibile, equo e solidale, meno rigido, meno sperequativo e più attento alle esigenze dei lavoratori: l'idea è quella di far capire che 'i contributi non sono delle tasse quanto delle forme di risparmio', un concetto che Boeri vorrebbe trasmettere spiegando il legame tra contributi versati e pensioni percepite. Un piano che appare al limite dell'utopia e che non prevede nulla in tema di opzione donna.



Dall'indifferenza delle Istituzioni è così nata l'idea della class action contro l'INPS dello stesso Boeri: 'Opzione Donna è il caso tipico in cui tanti soggetti agiscono insieme nei confronti di una pubblica amministrazione che non ha rispettato e non sta rispettando i termini di legge' ha sottolineato l'avvocato Maestri (che sta seguendo il caso) nel corso di un'intervista rilasciata al nostro giornale. La class action è partita con la presentazione del ricorso a Poletti, Boeri e Avvocatura dello Stato, dopo di che, 'tra i 90 e i 120 giorni dalla data di deposito del ricorso - ha proseguito Maestri - ci sarà l'udienza al TAR, pochi giorni dopo la sentenza'. In chiusura cerchiamo di dare una risposta alla domanda più pressante: il Comitato Opzione Donna vincerà la propria battaglia grazie alla class action contro l'INPS? 'Abbiamo ragione, non vedo come possano darci torto' ha sentenziato al riguardo Maestri.