Il prestito pensionistico e le relative mini pensioni "non sono risolutive del problema". Meglio il sistema delle quote: "mi batterò per la flessibilità in uscita sapendo che anche i sindacati unitariamente hanno avanzato una proposta simile". Sono le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano sulle ultime novità riguardanti la riforma della previdenza. Il nodo resta ovviamente la necessità di flessibilizzare i criteri di accesso all'Inps, dopo che la legge Fornero nell'ormai lontano 2011 ha creato una sorta di barriera contro l'accesso al pensionamento.

Nelle ultime settimane la politica ha finalmente riconosciuto in via unitaria la necessità di agire sul tema, anche perché secondo quanto affermato dallo stesso ministro Poletti, le tante situazioni di disagio mettono a rischio la tenuta sociale: lavoratori esodati e precoci non salvaguardati, persone che continuano a svolgere impieghi usuranti in età avanzata, quota 96 della scuola e più in generale disoccupati con molti anni di versamenti sulle spalle necessitano di un'opzione di flessibilità previdenziale soggettiva, da attuare nel più breve tempo possibile. Ma la situazione sta influenzando negativamente anche chi deve entrare per la prima volta nel mercato del lavoro, visto che il mancato turn over ha portato la disoccupazione giovanile a superare il 40%.

La flessibilità previdenziale si scontra con le necessità di tenuta dei conti

Stante la situazione, è chiaro che il problema principale da risolvere resta quello delle coperture politiche. "I risparmi degli effetti della riforma Fornero dal 2020 al 2050 sono nell'ordine di 300 miliardi di euro" spiega Damiano, rispondendo ad un'intervista del Manifesto.

"Noi proponevamo di finanziare la flessibilità con quei risparmi". L'ex Ministro del lavoro spiega che la Ragioneria dello Stato riteneva questa ipotesi non percorribile per questioni di coperture economiche. Per poter risolvere il rebus dei lavoratori disagiati, bisogna cercare una strada che possa essere valida anche per l'Unione Europea: e qui inizia il rebus, visto che la priorità sarebbe la tenuta dei conti. 

Pensioni anticipate 2015: prestito pensionistico Inps con Mini pensioni contro Quota 100

Al momento, le soluzioni proposte dall'Onorevole Damiano restano due: il pensionamento anticipato con 62 anni di età e 35 di versamenti (con una penalizzazione massima dell'8%), oppure il sistema del prepensionamento con quota 100, che sembra poter offrire la massima flessibilità per il lavoratore.

Di fatto, con quest'ultimo meccanismo chi vive una situazione di disagio può ottenere la quiescenza semplicemente unendo gli anni di età con quelli di versamenti. Purtroppo quest'ultima ipotesi sembra essere anche la più onerosa per le casse pubbliche, con un costo stimato superiore ai 10 miliardi di euro. Una possibile alternativa in grado di non incidere eccessivamente sul bilancio della previdenza statale potrebbe essere quella del prestito Inps, attraverso il quale lo Stato anticiperebbe ai pensionandi i contributi mancanti rispetto agli attuali requisiti di legge, per poi trattenerli con delle mini rate addebitate sulle future prestazioni.

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