"Tra qualche giorno ci vedremo" spiega il Ministro Giuliano Poletti durante una sua apparizione su La7 in merito alla richiesta dei sindacati di fissare un colloquio sulla riforma della previdenza, spiegando anche (in risposta ad una specifica domanda) di non sentirsi in ritardo sull'attuazione di una maggiore flessibilità pensionistica: "dal mio punto di vista no, ma dal punto di vista di quelli che vogliono andare in pensione ovviamente sì". Sono le frasi riportate dall'agenzia ANSA in merito all'avanzamento dei lavori governativi sul delicato dossier dei pensionandi disagiati a causa della legge Fornero.
Lo scenario appare certamente in via di risoluzione, ma sembra che la questione sia destinata a protrarsi ancora nel tempo, perlomeno fino all'approvazione della prossima legge di stabilità. Infatti, se è vero che Poletti è apparso più volte aperto a delle possibili soluzioni di pensionamento anticipato, è altrettanto vero che il richiamo alla tenuta dei conti e alle regole di stabilità imposte da Bruxelles ha più volte frenato i tentativi di mandare in porto una misura strutturale di prepensionamento.
Commissione lavoro alla Camera torna su flessibilità previdenziale: nuova riunione fissata per il 12 marzo
Mentre si attende che le tre principali sigle sindacali si incontrino con i rappresentanti dell'esecutivo, la Commissione Lavoro alla Camera guidata dal Presidente Cesare Damiano prosegue nel proprio lavoro di esame del DDL 857, riguardante i pensionamenti flessibili.
I lavori prevedono delle audizioni sia con il Ministro del lavoro che con le parti sociali, con l'obiettivo di "intervenire nel dibattito in corso con proposte di merito e unitarie, al fine di correggere la riforma Fornero". Il focus resta ancora una volta la flessibilità nell'accesso alla previdenza, anche perché molte disagiati e disoccupati stanno ormai sperimentando vere e proprie condizioni di povertà, mentre le persone più giovani che desiderano accedere al primo impiego si trovano davanti alla barriera del turn over bloccato.
In una nota diramata dall'ex Ministro del lavoro Damiano, si invita pertanto i decisori politici ad "affrontare il tema delle Pensioni" perché questo significa "aggredire il fenomeno dei nuovi poveri".
Minoranza PD punta a introdurre flessibilità con diverse proposte, ma tenuta dei conti sembra far propendere le soluzioni contributive
Lo stesso Damiano si è fatto più volte fautore di diverse possibili soluzioni di flessibilizzazione dell'accesso all'Inps e pensionamento anticipato: purtroppo a rendere ardua la loro attuazione resta il costo per i conti pubblici, che sono stati gravemente provati da oltre sette anni di crisi. Tra le ipotesi più discusse di recente vi è l'ormai nota quota 100, che permette di determinare l'uscita dal lavoro unendo età anagrafica e contributi versati. Una possibilità che sembra essere ben accolta dai lavoratori, ma poco sostenibile per il costo d'implementazione.
Più probabile invece è un meccanismo di fuoriuscita basato sul ricalcolo contributivo di almeno una parte della mensilità, oppure su degli interventi di sostengo dello Stato attraverso l'anticipo dei contributi: è il caso del prestito pensionistico e delle mini pensioni. Ma sopra ogni cosa, "è ora che anche Renzi si accorga che il problema esiste" spiega Damiano. Restiamo in attesa dei vostri commenti, mentre se desiderate ricevere le ultime notizie riguardanti la flessibilità Inps vi ricordiamo di usare il comodo tasto segui che vedete in alto.