Il dibattito previdenziale prosegue con grande veemenza, con le vertenze insite nei casi pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti che continuano ad essere interessate indirettamente da ipotesi e nuove proposte di riforma. L'ultima in ordine di tempo l'ha lanciata il ministro del lavoro Giuliano Poletti, che ha fissato le priorità del governo Renzi evidenziando una volta di più come l'INPS rappresenti in questo momento un interlocutore di fondamentale importanza. Lo stesso Tito Boeri, presidente dell'ente previdenziale, continua a proporre delle possibili soluzioni con l'intento di alimentare il processo di riforma, l'unico a non interessarsi per nulla della materia previdenziale è il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi.

In poco più di due anni di mandato, il premier avrà rilasciato una o due dichiarazioni sull'argomento senza mai dimostrare una reale intenzione di intervento. Come se si trattasse di un problema di poco conto delegato a figure minori. La realtà però è ben diversa, perché senza sbloccare la situazione di migliaia e migliaia di lavoratori 'intrappolati' al lavoro sarà impossibile alimentare un pur minimo ricambio generazionale, e a quel punto anche le innovazioni introdotte a margine del Jobs Act si renderanno presso che inutili.

Pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti, Boeri e Poletti: ipotesi ponte, Renzi nullo - Il presidente INPS: 'Ci concentreremo sulla fascia di età 55-65'

Parlando di pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti i protagonisti del dibattito paiono senz'altro il ministro Poletti e il presidente dell'INPS Tito Boeri: 'Stiamo ragionando su nuove forme di flessibilità in uscita, l'obiettivo è produrre una riforma concentrandosi su chi ha tra i 55 e i 65 anni ed è rimasto senza lavoro né diritto alla pensione' ha sottolineato il noto economista a margine di una delle sue apparizioni televisive a La7. A fargli eco il responsabile del Welfare che mostra di ragionare per obiettivi e priorità: 'L'esecutivo vuole intervenire socialmente sulle situazioni più problematiche, legate in particolare alle persone anziane che perdono il lavoro ma che non hanno maturato ancora il requisito per la pensione. Dobbiamo trovare un ponte che consenta loro di vivere'. Parlando in linea generale di prepensionamento e uscite anticipate - che tanto interessano da vicino i casi Pensioni lavoratori precoci e lavori usuranti -, Poletti ha ribadito che sarà difficile prevedere misure che abbraccino tutte le categorie anche e soprattutto per problemi di natura economica: 'Le penalizzazioni continueranno ad esserci, si tratta di un piccolo sacrificio che chiediamo sull'importo della pensione. Lavoreremo, c'è una riflessione con l'INPS in corso ma non illudiamo nessuno anche perché dobbiamo pensare al debito pubblico'.



Chi non si è mai interessato al caso pensioni lavoratori precoci né al dibattito previdenziale è il premier Renzi, che sembra non dare il minimo peso alla questione legata al riassetto del sistema pensionistico. Eppure la politica, quella vera, dovrebbe puntare ad alimentare il bene comune, e invece in Italia ci sono oltre 200mila esodati più una serie sterminata di individui che hanno perso il lavoro ma che non riescono ad andare in pensione per l'impossibilità di soddisfare i requisiti dettati dalla Legge Fornero. Tutti problemi di una rilevanza sociale enorme che però non interessano il Premier. Renzi non potrà comunque nascondersi all'infinto, a breve ci sarà da prendere delle decisioni e anche lui suo malgrado dovrà dire la sua.