Bisogna prevedere delle "norme di buon senso sulla flessibilità in uscita [...] restituendo un po' di giustizia alle donne [...]. Finché la crisi non è alle nostre spalle è anche il modo di incentivare nuove assunzioni". Sono queste le parole indirizzate al Premier da Gianni Cuperlo, con le quali si chiede di dare seguito alle richieste delle lavoratrici in merito alla possibilità di ottenere la quiescenza anticipata. Resta, infatti, ancora in una fase di stallo la situazione delle lavoratrici che vorrebbero ottenere la quiescenza anticipata con i requisiti previsti dalla legge Maroni numero 243 del 2004.

Nella pratica, queste persone dovevano poter accedere alla pensione anticipata con 57 anni di età se dipendenti o 58 se autonome, più 25 anni di versamenti. A partire dal 2015 l'Inps ha però negato questa possibilità, continuando a protocollare le richieste ma mettendole al contempo in stand-by, nell'attesa di ricevere un parere definitivo dall'esecutivo Renzi. Purtroppo, tutti i tentativi di mediazione fin qui provati non sono andati a buon fine, tanto che anche gli emendamenti proposti al decreto legge mille proroghe sono decaduti. Al momento la situazione sembra pertanto destinata a finire sul tavolo dei tribunali, visto che i Comitati delle opzioni donne stanno raccogliendo le adesioni necessarie per imbastire una Class Action presso il Tar del Lazio.

Nel caso l'iniziativa riuscisse a decollare, è possibile ipotizzare già una prima riposta per l'inizio della prossima estate.

Quota 96 della scuola, tutto rimandato alla buona scuola: ma la pensione resta fissata con i nuovi criteri

Resta in una fase di sostanziale stallo anche la vicenda dei lavoratori Quota 96 nella scuola: insegnanti e dipendenti ATA che avrebbero dovuto trovare la quiescenza nel 2011 con 60 anni di età e 36 anni di versamenti, oppure con 61 anni di età e 35 di contribuzione.

Purtroppo a causa di una svista nella legge Fornero questi soggetti si sono trovati nell'impossibilità di accedere all'Inps secondo quanto era stato inizialmente previsto. Anche in questo caso il Governo Renzi ha tentato più volte di intervenire con delle sanatorie ad hoc, ma senza successo a causa dell'impatto che tale misure avrebbero avuto sul bilancio pubblico.

Nel frattempo, una parte della platea è riuscita comunque ad ottenere il pensionamento grazie ai benefici della legge 104 e al raggiungimento dei nuovi requisiti. Per la parte restante la riforma della "buona scuola" prevede, invece, che i quota 96 siano destinati a mansioni meno faticose, in modo da semplificarne le attività fino al raggiungimento della data di effettiva quiescenza. Un'approccio che però non è piaciuta ai Comitati Quota 96 e a molti diretti interessati, che continuano a richiedere una sanatoria della vicenda.

Come sempre, restiamo a disposizione nel caso vogliate commentare sul sito le vicende appena riportate, mentre se desiderate restare aggiornati sulle ultime novità in tema di pensioni anticipate vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" che trovate in alto, sopra la titolo dell'articolo.