Partita la macchina organizzativa per la predisposizione delle graduatorie permanenti del personale amministrativo tecnico e ausiliario. Gli elenchi, distinti per profilo professionale, saranno utilizzati con decorrenza dal prossimo anno scolastico per il conferimento degli incarichi a tempo indeterminato e determinato. In questa settimana alcune Direzioni scolastiche regionali hanno provveduto all'emanazione del bando secondo quanto previsto dalla nota ministeriale 8151 dello scorso 13 marzo. Di seguito l'elenco delle prime regioni che si sono mosse in questa settimana, in parentesi è riportata la data di scadenza di presentazione delle domande: Lazio (24/04), Umbria (18/04), Marche (22/04), Veneto (23/04), Piemonte (24/04), Friuli Venezia Giulia (24/04).

La regione Abruzzo ha comunicato che la pubblicazione del bando avverrà il 31 marzo con scadenza 30/04. Va ricordato che la presentazione delle domande, con specifica modulistica ministeriale, deve essere effettuata entro 30 giorni dalla pubblicazione dei bandi.

Graduatorie 24 mesi

Così sono denominate dagli interessati e dagli addetti ai lavori le graduatorie permanenti Ata, predisposte con cadenza annuale. Per il primo inserimento, infatti, sono necessari 24 mesi di servizio, anche non continuativo, per poter richiedere l'inclusione nella graduatoria del profilo per il quale si concorre. Per quanto riguarda l'aggiornamento del vecchio punteggio i candidati devono essere già inseriti, in uno degli anni precedenti, nella medesima provincia e nello stesso profilo che viene richiesto.

Dimenticati dal ddl Renzi

Nessun riferimento al personale Ata nel testo del disegno di legge Renzi. E' sfumata così una buona occasione per ristrutturare i vari ambiti del settore tecnico-amministrativo, comprese le modalità concorsuali di immissione in ruolo previste dal Contratto di lavoro, sollecitate dai sindacati Scuola ma "snobbate" a livello ministeriale.

I posti da attribuire tramite le graduatorie permanenti (24 mesi) sono una variabile dipendente dalla consistenza degli organici provinciali; mentre i passaggi in ruolo sono soggetti alle autorizzazioni ministeriali che, in genere, prevedono coperture inferiori ai posti disponibili. Per i restanti posti liberi si è da anni fatto ricorso a incarichi a tempo determinato creando una vasta platea di precari, situazione bocciata dalla Corte di Giustizia Europea.