La Buona Scuola, il  disegno di legge, su cui già dallo scorso settembre il premier Renzi discute e che lo scorso 12 marzo è stato varato dal Consiglio dei ministri, sta destando non poche preoccupazioni da parte dei sindacati, dei docenti e del personale ATA.

Ma a quanto pare il Governo, ha delle ragioni in più per credere che questo decreto debba essere approvato, motivazioni che certamente non sono affatto compatibili con quelle del personale scolastico che della Scuola ne ha fatto la propria vita, conoscendone lacune ed esigenze.

Alcuni punti del decreto 

  • L'Autonomia della scuola, fornendo al preside  il massimo potere per redigere il piano formativo e scegliere la squadra più adatta per realizzarlo.  Saranno i presidi a chiamare gli insegnanti  attingendo ad albi territoriali, al fine di formare una squadra per realizzare il piano formativo;
  • Assunzioni straordinarie entro Settembre 2015, che prevedono l'inserimento di 100 mila docenti di ruolo nel prossimo settembre, per coprire tutte le cattedre eliminando così i precari. Successivamente si ritornerà ai concorsi. 

Questi i punti principali che stanno generando non poche polemiche da parte dei sindacati e degli insegnanti i quali  hanno deciso di opporsi a questo regime politico, manifestando giorno 24 aprile e il 5 maggio, e ,sottolineando che se non dovessero ottenere i loro diritti sciopereranno anche durante gli scrutini.

Il governo contro la scuola 

Il ministro dell'Istruzione Giannini, ritiene legittima questa reazione di voler scioperare, tuttavia appoggia la posizione del governo, definendo tale decreto un'ottima riforma rinnovatrice per la scuola. 

 In disaccordo, invece, i leader dei vari sindacati, che hanno risposto a tali considerazioni anche in maniera molto decisa, definendola una riforma che getta in aria i diritti degli insegnanti ma anche i valori che la scuola dovrebbe rappresentare, ovvero, partecipazione e collegialità. Durissime le parole del segretario della Cisl scuola, Scrima, che ha voluto rivolgere il suo pensiero al premier Renzi definendolo privo di competenze e conoscenze che non gli consentono di poter dettare leggi e chiedendo l'intervento del presidente Mattarella al fine di frenare questo scempio.

I sindacati e gli insegnanti chiedono, pertanto, di attuare un piano che possa consentire di assumere più precari, diversamente da quanto invece prevederebbe l'attuazione dell'art 12, ovvero il licenziamento di un docente dopo 3 anni di lavoro precario, inoltre chiedono di bocciare la proposta emendata,di dare pieno potere ai presidi, poiché, in questo modo la scuola subirebbe un' assoluta dittatura.

La buona scuola, la vogliono tutti, i primi a desiderarla sono i genitori, gli insegnanti gli studenti e tutti i vari collaboratori, persone comuni che trascorrono nella scuola parte della loro vita cercando faticosamente di difendere la propria dignità, mettendoci il proprio sudore, non certo stando comodi su una poltrona.