Alle famiglie italiane è stato detto che i precari della Scuola verranno finalmente assunti e il precariato storico verrà definitivamente abolito. E' stato anche detto che verranno destinati 4 miliardi di euro per le nuove assunzioni e per rimettere a posto gli edifici scolastici. Ma in un articolo pubblicato da Repubblica, a cura di una delle firme più autorevoli quale quella di Salvo Intravaia, si evidenziano i tantissimi dubbi sollevati da addetti ai lavori e dai politici stessi. Si tratta di un piano pensato per favorire i privati vicini a Renzi e anche la destinazione delle risorse vagheggiata dall'On Simona Malpezzi non risponde al vero.
I soldi non ci sono in quanto le risorse andranno reperite nelle prossime leggi finanziarie. Il Ddl approvando è stato collegato ad un Def che riduce gli investimenti sulla scuola per i prossimi 15 anni e per l'anno in corso si impiega un risparmio di spesa di 475 milioni che taglia 50mila precari per essere destinato alle scuole paritarie. Chi pagherà allora le future esigenze della scuola pubblica italiana?
Il piano assunzioniSin dai tempi del decreto legge, poi trasformato in Ddl per essere dibattuto in Parlamento, l'esecutivo aveva promesso 150 mila assunzioni tra gli iscritti in Gae, riservando un concorso a tutti gli altri. Nell'ultima formulazione della riforma della scuola i precari da stabilizzare sono scesi a 100.751 lasciandone fuori 50mila.
Nessuna spiegazione è stata rilasciata circa questa diminuzione da parte del governo Renzi, continuando ad ignorare la sentenza europea del 26 novembre che intima all'Italia di assumere i precari della scuola. Il Ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha firmato il decreto col quale si danno 475 milioni alle scuole paritarie, fondi che nelle dichiarazioni iniziali dovevano essere destinati alle assunzioni.
Anche il bonus ai docenti meritevoli sarà finanziato dalla collettività mediante il prelievo fiscale.
Costi scaricati sulle famiglie
Saranno docenti precari e famiglie degli studenti a sobbarcarsi il costo di questa riforma. Ciò in conseguenza logica delle nuove norme che conferiscono ai presidi di nominare i docenti premiando i più meritevoli.
Già sopra abbiamo descritto da dove proverranno le risorse necessarie da dare ai presidi. Nell'articolo di Repubblica viene spiegato come questi avranno libertà di scegliere i docenti migliori lasciando alle altre scuole le briciole. In tutti e due i casi si verrà a creare una condizione in cui i genitori pagheranno gli alti costi dei libri di testo che cambieranno spesso e dove tutto l'occorrente per il funzionamento della scuola, toner, carta igienica e altro, sarà pagato dalle famiglie già gravate dalla crisi economica. Ciò in conseguenza del Def (Documento di programmazione Economica e Finanziaria) che taglia le spese per le scuole e per i servizi essenziali. Tutto questo in virtù di una non meglio identificata autonomia delle scuole.