La vicenda del pensionamento anticipato con opzione donna sembra essere giunta ad un momento topico, con il deposito presso il Tar del Lazio dell'apertura di una class action nei confronti dell'Inps. Resta l'obiettivo da parte delle lavoratrici di vedere tutelato il proprio diritto al pensionamento anticipato secondo il meccanismo del ricalcolo contributivo della mensilità erogata. Ricordiamo che la questione interessa coloro che desiderano ottenere la quiescenza con 57 anni di età e 35 anni di versamenti (ma l'età anagrafica sale a 58 anni per chi ha versato i contributi come autonomo).
Si tratta di un'opzione resa disponibile con la legge Maroni numero 243 risalente al 2004, che aveva previsto questa possibilità per andare incontro alle esigenze di coloro che volevano poter uscire in anticipo dal lavoro, un diritto bilanciato dal fatto che si era costretti a rinunciare ad una parte importante della propria mensilità previdenziale.
Pensione anticipata con opzione donna, per le lavoratrici la situazione Inps appare paradossale
Stante la situazione, resta da sottolineare come il blocco nell'accesso all'Inps con questa possibilità può apparire per diversi aspetti paradossale alle lavoratrici, così come ha commentato una delle nostre lettrici in calce ad un nostro precedente articolo sull'opzione donna.
È infatti da sottolineare che queste lavoratici sono "costrette a fare una class action per avere una pensione più piccola", mentre si ribadisce che "pur avendo i requisiti di legge, noi del comitato opzione donne siamo state tagliate fuori dalle circolari Inps". Oltre a ciò, bisogna anche considerare che lo stesso Neo Presidente Inps Boeri si è espresso più volte a favore dei meccanismi di prepensionamento basati sul ricalcolo contributivo puro della pensione, perché di fatto i maggiori costi in fase di erogazione iniziale si equilibrano con il minor peso dei pensionati sul bilancio pubblico nel lungo periodo.
Ricordo al Tar del Lazio: l'opzione donna finisce in tribunale, primi riscontri ad inizio giugno
Al termine dello scorso anno l'Inps ha deciso di proseguire nel protocollare le domande delle lavoratrici, mettendone però in stand by l'approvazione. A questo punto, serve un riscontro dell'esecutivo, che però sta tardando ad arrivare.
Nel frattempo molte lavoratrici hanno deciso di seguire anche una via parallela, ovvero quella del ricorso al Tar del Lazio. I primi riscontri sono attesi per il mese di giugno, ma molte dirette interessate sperano che la questione possa risolversi prima seguendo la via più logica, ovvero quella di tipo amministrativo. Come da nostra abitudine, restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere le vostre opinioni su questa vicenda, mentre per restare aggiornati sulle prossime novità vi ricordiamo di usare l'apposito tasto "segui" che trovate in alto, sopra al titolo dell'articolo.