Continua lo stato di assoluto fermento riferito alle pensioni 2015 con particolare rilevanza ad opzione donna e Quota 96 della Scuola. Partendo dalla prima ha destato parecchio scalpore la circolare n. 63 diffusa dall'INPS in data 20 marzo - 'Adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita', qui il link: http://www.inps.it/bussola/VisualizzaDoc.aspx?sVirtualURL=/Circolari/Circolare%20numero%2063%20del%2020-03-2015.htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1 - che al punto 3.2 numero 3 parla di un pensionamento anticipato che dal 2016 e fino al 2018 sarà possibile a fronte del 'raggiungimento di un'anzianità contributiva non inferiore a 35 anni e con un'età anagrafica di almeno 57 anni e 7 mesi'.

Analizzando attentamente il documento - comunque scritto nel solito incomprensibile burocratese - tali requisiti si riferiscono soltanto all'accesso al 'pensionamento del personale appartenente al comparto sicurezza, difesa e pronto soccorso' non trovando dunque applicazione nei riguardi di altre categorie lavorative. Per il resto non si hanno significative novità, si tratta semplicemente dell'ennesima circolare con la quale l'INPS dimostra di aver ufficialmente reperito il decreto realizzato dal MEF lo scorso dicembre. Per il pensionamento anticipato 'generico' viene dunque confermato il nuovo schema che prevede, sempre dal 2016, un accesso fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne.

Passando ai Quota 96 della Scuola si resta ancora in attesa di novità da parte del ministro Giannini dopo l'audizione tenuta in Commissione Istruzione due settimane fa.

Pensioni 2015, opzione donna e Quota 96 Scuola: Damiano e Giannini, i fallimenti di Renzi

Tornando ad analizzare le due vertenze di opzione donna e Quota 96 della Scuola calate nel contesto delle Pensioni 2015 il quadro complessivo non può che consegnarci una realtà distorta dal menefreghismo del premier Renzi, che dopo l'indifferenza mostrata in riferimento al caso dei Quota 96 sta riproponendo il proprio atteggiamento anche in relazione alla vertenza opzione donna. Nonostante i tentativi di Damiano, Gnecchi e Polverini di insistere sulla proroga - la proposta è stata comunque calendarizzata alla Camera - ad aprile ormai inoltrato non si ha a disposizione alcuna significativa novità, con il comitato di categoria ad aver per tanto predisposto il piano B rappresentato dalla class action contro l'INPS. Rispetto al caso dei Quota 96, le lavoratrici aspiranti ad opzione donna hanno mostrato maggiore determinazione a portare avanti la propria battaglia riunendosi in un apposito comitato di categoria e attivando azioni giudiziali cumulative.



Un'altra delle vertenze dimenticate da Renzi è quella riferita ai Quota 96 della Scuola, che dopo aver lottato strenuamente sono arrivati ad un passo dal pensionamento negato poi a fil di sirena dal governo in occasione della riforma della PA di giugno 2014. Di recente l'INPS ha notificato l'accesso al pensionamento a circa mille dei 4mila appartenenti alla categoria, e per gli altri 3mila? Il ministro Giannini ha assicurato che non ci sarà uno smistamento presso l'organico funzionale senza aggiungere però nulla su ciò che verrà fatto. Opzione donna e Quota 96 della Scuola rappresentano comunque due concreti fallimenti di Renzi, che ha sempre opposto dei no biechi e preconfezionati che non sono mai passati da un'attenta analisi dei due casi (la stessa Renata Polverini, vice presidente della Commissione Lavoro presieduta da Damiano, ha confermato la cosa in un meeting con alcuni membri del comitato opzione donna). Un atteggiamento quello del Premier che non può e non deve essere dimenticato.