Incalza incessantemente al protesta contro la Buona Scuola di Renzi, per una riforma che sta spaccando in due l'Italia. Secondo le ultime notizie si va ora verso il via libera del Garante allo sciopero degli scrutini, tanto scongiurato dal ministro Giannini. E il personale scolastico ora si organizza per dare battaglia più che mai: decisivo sarà l'inizio della nuova settimana al Senato dove, ci sarà ancora tempo per gli emendamenti prima di cominciare il nuovo esame in aula.

Riforma scuola 2015, il Garante apre allo "sciopero degli scrutini"

Nonostante il "no" categorico ad un blocco degli scrutini in piena regola, il Garante apre adesso allo "sciopero degli scrutini".

A partire da giorno 8 fino al 19 di giugno ogni docente avrà facoltà di scioperare per due giorni (anche non consecutivi) in concomitanza con i primi due scrutini per cui è richiesta la presenza, esclusi quelli delle classi terminali. Non una vera paralisi dunque, ma una nuova protesta che porterà a significativi rallentamenti nelle operazioni. Da Bruxelles il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini si è esposta sulla vicenda: "credo che il clima che si stia instaurando possa portare anche a una fiducia" ha commentato secondo quanto riportato dall'Ansa. Scongiurata la temuta minaccia di un blocco in piena regola, la ministra appare soddisfatta del compromesso raggiunto con i sindacati affinché "il peso della protesta non ricada su studenti, mondo della scuola e famiglie".

La ministra ha poi dichiarato che sullariforma della scuola 2015 si sta "procedendo con tempi rapidi" e "doverosamente dedicati al dialogo e all'apertura sui punti più significativi".

Ddl scuola, la protesta riparte il 5 giugno con fiaccolate e manifestazioni nelle piazze

Sarà, ma nonostante il dialogo cui fa riferimento la ministra non sembra sortire i suoi effetti: fallita nuovamente l'intesa con i sindacati, il governo sembra andare avanti per conto proprio, in barba alla nuova annunciata protesta che, come esattamente un mese fa, imperverserà nelle piazze e nelle scuole.

Si comincia con la fiaccolata del 5 giugno che riempirà le piazze italiane in una nuova manifestazione per dire "no" al ddl Scuola, al ristretto piano assunzioni, alla chiamata diretta, e al preside-sindaco sul quale le modifiche intervenute in virtù del dialogo, si sono rivelate poi uno specchietto per le allodole. Su questi argomenti però il governo sembra avere già deciso.

È rimasto pochissimo tempo infatti - fino alle 14 di lunedì 1 giugno - per presentare gli ultimi emendamenti al ddl che mercoledì 3 giugno inizierà il suo esame in aula al Senato. Ore decisive quindi, e alle proteste già annunciate non mancheranno sicuramente di aggiungersi tante altre iniziative per dire ancora volta "no" ad una riforma che "non s'ha da fare".