E' arrivato dopo circa un'ora di consiglio il decreto del governo Renzi che nel giro di poche settimane ha dovuto progettare, mettere a punto e presentare alla stampa la soluzione post sentenza della Consulta. Le ultime news su riforma pensioni 2015 e rimborsi INPS aggiornate ad oggi 19-05 si concentrano dunque sugli esiti del Cdm, con Renzi ad aver optato per l'erogazione di bonus una tantum. Le cifre andranno da 750 a 278 euro mentre gli assegni al di sopra dei 3200 euro lordi (più o meno 650mila pensionati) non riceveranno integrazioni o aggiunte di sorta.

Già il primo agosto quasi 4 milioni di pensionati riceveranno nel complesso 2 miliardi e 180 milioni di euro, con le risorse economiche necessarie a finanziare la misura ad arrivare in buona parte dal Documento di Economia e Finanza. Il meeting di ieri con conferenza stampa a seguito ha rappresentato l'occasione giusta per far si che il premier si esprimesse finalmente sui tanti temi legati alla previdenza: l'ex sindaco di Firenze ha sottolineato come in passato ci sia stata troppa rigidità evidenziando come in futuro si punterà tutto su un sistema più flessibile che consenta ai lavoratori di accedere prima dei tempi alla pensione, il tutto a fronte di assegni previdenziali comunque più ridotti.



Rimborsi INPS in riforma pensioni 2015, news oggi 19-05: decreto Renzi, numeri e meccanismo di funzionamento

A ciascun pensionato toccherà una quota inversamente proporzionale all'ammontare del proprio assegno: più ridotto sarà quest'ultimo più il bonus risulterà essere elevato. Le ultime notizie su riforma pensioni 2015 e rimborsi Inps riferite ad oggi, 19 maggio, non possono dunque non concentrarsi sui numeri dati da Renzi in conferenza stampa. Eccoli riassunti in uno schema:



  • assegno da 1700 euro lordi, rimborso di 750 euro;
  • assegno da 2200 euro lordi, rimborso di 450 euro;
  • assegno da 2700 euro lordi, rimborso di 278 euro.



Fin qui i rimborsi INPS una tantum, ai quali andranno però applicate delle aggiunte previste in qualità di rivalutazioni annuali. Così chi si attesta sui 1700 euro lordi l'anno fruirà di 180 euro in più, chi arriva a 2200 ne prenderà 99, chi arriva a 2700 euro si ritroverà 60 euro l'anno in più. Il decreto introdotto da Renzi ha generato parecchie critiche specie nell'opposizione che ritiene inaccettabile rimborsare solo una parte dei pensionati aventi diritto. A chi ha fatto notare che arriverà una pioggia di ricorsi, il numero uno del MEF, Padoan, ha risposto che 'le cose col decreto sono cambiate'. Come dire, facciano pure, ma tanto l'avremo vinta noi. A questo punto non resta che attendere per valutare l'impatto del provvedimento sulle altre manovre previdenziali in fase di dibattimento in Parlamento. A sentir Renzi non si dovrebbe assistere a stop clamorosi, di certo non si arriverà comunque a ratificare manovre dal forte impatto economico dati gli sforzi messi in atto dall'esecutivo per ottemperare alla sentenza della Consulta. Solo il futuro potrà comunque dare le prime risposte.