Ancora una volta è la Toscana ad urlare forte contro la riforma della Scuola promossa dal 'corregionale' Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Vi abbiamo parlato, nei giorni scorsi, della forte presa di posizione dell'Istituto Balducci di Pontassieve, il liceo dove insegna la moglie del premier, Agnese Landini. 
Questa volta la denuncia arriva da Monica Sottili e da Simone Franchi, candidati quali consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle nella circoscrizione Siena. I due esponenti 'grillini' hanno posto l'accento sugli errori del passato commessi dalla riforma Gelmini, errori che si rischia di ripetere, in maniera ancora più amplificata, con il disegno di legge proposto dall'esecutivo renziano. 

Renzi, 'malafede nel gestire l'istruzione pubblica'

Sottili e Franchi parlano espressamente di 'malafede' nella gestione della scuola pubblica, una malafede che torna prepotentemente come ai tempi dell'ex ministro dell'Istruzione, in carica con il governo del Polo delle libertà. 
La riforma Buona Scuola viene definita come un 'capolavoro di ipocrisia e di doppiogiochismo': con questa proposta, Renzi ha provato a imbambolare i docenti cercando di barattare il suo 'megapiano' di assunzioni con i suoi reali propositi, ovvero quelli di stravolgere la scuola pubblica, abbattendone persino le sue 'colonne' basate sulla Costituzione.

M5S: 'Manifestare pacificamente è un diritto'

Il Movimento Cinque Stelle denuncia, inoltre, l'intenzione di voler, ancora una volta, defraudare la scuola pubblica, concedendo nuovi vantaggi e privilegi alle scuole paritarie. Così facendo, il Presidente del Consiglio sta accelerando il processo di privatizzazione dell'istruzione pubblica, un diritto sancito dalla nostra Costituzione e, pertanto, inviolabile. 
A questo proposito, Monica Sottili e Simone Franchi hanno colto l'occasione per ricordare come domani, giovedì 28 maggio, presso il Tribunale di Siena, sia in programma l'udienza relativa al processo di alcuni studenti che, all'epoca della riforma Gelmini, si mobilitarono per protestare contro i principi esposti in quella legge. A tal proposito, si ribadisce il diritto di ogni cittadino di protestare pacificamente con l'obiettivo di far valere i propri diritti.