"Il nodo è la scarsa occupabilità dei giovani" spiega un nuovo rapporto Ocse sullo stato dell'occupazione giovanile intitolato "Skills Outlook 2015", all'interno del quale si sottolinea purtroppo come "questi giovani avranno spesso un futuro difficile". La nuova conferma sulle difficoltà provate da chi desidera entrare nel mercato del lavoro è arrivata con una classifica dell'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, nella quale si sottolinea che l'Italia è tra i Paesi dove vi sono più giovani Neet, ovvero persone tra i 15 e i 29 anni che non studiano e al contempo non lavorano.

Il tema è strettamente connesso con quello delle pensioni, perché la disoccupazione giovanile non sarebbe causata solamente dalla difficile crisi economica che ha colpito il nostro Paese, ma anche dall'irrigidimento dei requisiti di accesso alla pensione avvenuto nel 2011. Una morsa che di fatto ha creato uno stallo nel mondo del lavoro, visto che ha precluso a molti giovani e anziani l'avvicendamento tipico della cosiddetta "staffetta generazionale".

Flessibilità Inps e pensioni anticipate: Governo punta a nuove misure di svincolo dai criteri ordinari di quiescenza

Stante la situazione, è ormai chiaro che il Governo Renzi starebbe valutando da diverso tempo delle ipotesi di flessibilizzazione nell'accesso alla previdenza.

Un primo tentativo è già stato fatto con il secondo pilastro pensionistico, visto che il recente Dl sulla concorrenza ha aperto alla possibilità di richiedere la rendita del fondo pensione privato con 10 anni di anticipo rispetto ai requisiti Inps per chi vive situazioni di criticità. Ma l'idea di sbloccare il turn over deve necessariamente trovare la quadra anche sulle pensioni pubbliche: "la flessibilità in uscita è importante per rimuovere alcuni elementi di rigidità del sistema previdenziale, ma anche per favorire l'ingresso dei giovani nel mercato del lavoro" ha spiegato il Ministro del lavoro Giuliano Poletti in un'intervista rilasciata per il Corriere della Sera.

Vi è inoltre da sottolineare come anche le imprese private potrebbero trovare dei benefici nel ricambio generazionale, motivo che fornisce un'ulteriore spinta all'esecutivo per l'approvazione di misure strutturali sulla previdenza. Si tratta di considerazioni che secondo alcune recenti dichiarazioni rilasciate dallo stesso Premier Renzi potrebbero vedersi concretizzare in una proposta di flessibilità da inserire nella prossima legge di stabilità, con effetti concreti a partire dal 1° gennaio 2016.

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