"Se si dichiara illegittima la mancata corresponsione dell'adeguamento Istat, quei pensionati ora hanno diritto ad averlo. La conseguenza è che l'adeguamento va corrisposto". Sono le parole espresse dal Viceministro Enrico Morando al riguardo della decisione presa nel pomeriggio di ieri dalla Corte Costituzionale sul blocco delle rivalutazioni per le pensioni superiori alle 1.500 €, previsto nel 2011 dal Governo Monti. La questione non è di poco conto perché apre un buco da quasi 5 miliardi di euro, che l'esecutivo ora si trova a dover appianare: il blocco dell'indicizzazione Istat ha infatti colpito all'incirca 6 milioni di persone, pertanto ora si dovrà fare in modo di trovare la quadra nel bilancio pubblico.

Al momento la stima resta quella indicata dall'avvocatura di Stato, che aveva calcolato la somma di 1.8 mld di euro per il 2012 e di 3 mld per l'anno 2013. Resta però la perplessità del Governo, secondo il quale è venuto a mancare "il bilanciamento con l'articolo 81 della carta costituzionale" riguardante il pareggio di bilancio.

Riforma pensioni 2015, il Ministro Poletti apre alle modifiche nella legge di stabilità

Stante la situazione, l'impatto della legge Fornero e delle decisioni prese dal Governo Monti non stanno creando delle preoccupazioni all'esecutivo solo in relazione a coloro che hanno già ottenuto l'assegno pensionistico pubblico. Resta infatti ancora da risolvere la situazione di coloro che sono improvvisamente rimasti tagliati fuori dall'Inps a causa dell'irrigidimento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuto nel 2011; esodati, precoci, lavoratori disagiati e persino disoccupati in età avanzata sono in attesa di una misura strutturale, che possa finalmente correggere la precedente riforma della previdenza.

"Il fatto che si sia allungato il periodo per il pensionamento è stato un cambiamento forte e l'innalzamento della disoccupazione giovanile ha una causa in questo" ha commentato il Ministro del lavoro Poletti, che si è detto alla ricerca di una soluzione utile per poter gestire al meglio la situazione.

Anticipate flessibili, le ipotesi allo studio di Inps e Governo puntano al contributivo

Resta il fatto che da quanto è potuto emergere fino ad ora, la flessibilità nell'accesso alla pensione anticipata avrà comunque un costo non solo per il bilancio pubblico, ma anche per i singoli lavoratori. Le ipotesi allo studio dei tecnici Inps riguardano l'apertura del criterio anagrafico per mezzo di un riconteggio almeno parzialmente contributivo dell'assegno erogato, così come già sta avvenendo oggi per le lavoratrici che chiedono di ottenere il prepensionamento con l'opzione donna.

Entro il prossimo giugno Boeri dovrebbe far pervenire al Governo i risultati delle ipotesi di fattibilità, dopodiché ci si aspetta che una misura di flessibilità venga introdotta all'interno della nuova legge di stabilità. Come da nostra abitudine, restiamo a disposizione nel caso desideriate condividere la vostra idea tramite la funzione commenti del sito, mentre per ricevere i prossimi aggiornamenti sulle Pensioni anticipate vi ricordiamo di cliccare sul comodo tasto "segui" che trovate in alto, sopra al titolo.