"Esclusi dalle sei salvaguardie finora approvate restano almeno 49500 cittadini, come certificato dal Governo e comunicato dal Sottosegretario Bobba in Parlamento lo scorso ottobre, in risposta ad un'interrogazione dell'On. Gnecchi". Le parole sono state riprese dal Comitato territoriale degli esodati che si occupa di organizzare e chiedere una risposta della politica sulla loro difficile situazione di stallo; purtroppo nonostante il susseguirsi di numerose sanatorie, il blocco della previdenza continua a persistere ancora per diverse decine di migliaia di lavoratori che si trovano senza reddito da lavoro e al contempo senza la possibilità di ottenere un reddito da pensionamento.

L'Inps durante lo scorso anno aveva affermato di ritenere del tutto conclusa la vicenda degli esodati, riclassificando i restanti come disoccupati in età avanzata, ma i comitati hanno sempre contestato tale interpretazione invitando i legislatori a prendere in mano la situazione. Nel frattempo in Parlamento è stato recentemente presentato un nuovo provvedimento di salvaguardia (il settimo) che dovrebbe intervenire in favore di circa 25000 lavoratori, garantendogli un reddito di welfare fino al 06/01 del 2017.

Riforma pensioni, si pensa ad una misura per i lavoratori precoci con decenni di versamenti

La situazione di mancato pensionamento non caratterizza solamente i cosiddetti esodati, ma interessa anche altre tipologie di lavoratori che si sono trovati a vivere situazioni di difficoltà a causa dell'improvviso irrigidimento dei requisiti di accesso all'Inps, verificatosi con l'approvazione della legge Fornero.

Tra questi vi sono i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare in giovane età e si trovano ora a confrontarsi con il criterio dei 66 anni per l'accesso all'Inps, nonostante abbiano già accumulato parecchi decenni di attività sulle proprie spalle. In molti casi tra questi vi è anche il problema di chi ha svolto lavori usuranti e si trova impossibilitato per motivi di salute a proseguire l'attività.

Per tali soggetti dal Parlamento è arrivata la proposta di pensionamento con 41 anni di contribuzione senza vincoli anagrafici, ma risultano ancora mancanti i dettagli su come verrebbe applicato il nuovo criterio e soprattutto sulla presenza di eventuali penalizzazioni.

Riforma della previdenza, in Parlamento si studia proposta per il pensionamento anticipato a 62 anni

Commissione lavoro di Camera e Senato sembrano invece essere concordi sulla possibilità di aprire alla flessibilità previdenziale per mezzo di un meccanismo di prepensionamento con 62 anni di età e 35 di versamenti. A questi dovrà però aggiungersi una clausola mirante a contenere i costi del provvedimento, con l'intento di chiedere al lavoratore l'accettazione di una penalizzazione del 2% per ogni anno mancante rispetto ai requisiti anagrafici attualmente in vigore (per un aggravio massimo dell'8% sul proprio emolumento). Si tratta di un meccanismo di uscita che dovrebbe affiancarsi a quello previsto per i lavoratori precoci e che potrebbe facilitare anche l'avvio del ricambio generazionale con i più giovani.

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