Continua ad essere alimentato senza sosta il circuito mediatico attorno alla riforma della previdenza. Protagonisti assoluti del momento, Renzi e Poletti (che ieri ha riaperto all'ipotesi di estendere il calcolo contributivo per tutti) proseguono nel ribadire concetti che da mesi portano avanti altri esponenti politici facendo in realtà passare i propri messaggi come salvifici e ispirati da una sorta di divinazione che li ha misticamente condotti sulla retta via. Eppure quello che vanno ribadendo in linea teorica è già scritto su carta su più di un provvedimento depositato a Montecitorio.

L'onda mediatica che si va creando rischia così di travolgere i veri problemi e le vere questioni ponendole in secondo piano: è il caso delle vertenze relative alle pensioni per i lavoratori precoci e all'opzione donna, sulla quale abbiamo compiuto un'interessante riflessione insieme alla responsabile dell'Area Comunicazione del Comitato di riferimento Orietta Armiliato. In tutto questo anche il presidente INPS Tito Boeri continua a proporre programmi politici sconfinando in aree che in teoria non gli competerebbero. E non ha nessuna importanza se è stato Renzi stesso ad aprirgliele. L'inammissibilità di certi atteggiamenti di fatto rimane tale.



Aggiornamenti, novità e news pensioni precoci, opzione donna e prepensionamento: Poletti dice si al contributivo, Renzi ribadisce il 'nuovo' no alla Fornero, attenti all'INPS

'Presto si interverrà sulla Legge Fornero, presumibilmente ad ottobre, con nuove misure sul prepensionamento': lo ha ribadito ieri il premier Renzi, sicuro di come la riforma dell'ex ministra sia ormai da considerarsi il male assoluto da combattere. Eppure, prima del responso della Consulta, il premier non faceva altro che difenderne il contenuto normativo. In un recente passaggio non esitò a definirla 'la migliore legge possibile', dove sta dunque la verità? Perché un cambio così repentino? Limitatamente alle pensioni per i precoci la cosa è comunque da salutarsi con ottimismo e positività. I requisiti di accesso al pensionamento verranno smussati e resi meno rigidi, con misure quali la Quota 41 ancora passibili di essere ratificate. Di certo si agirà in ottica flessibilità, altra cosa importante per una categoria che complice un avvio del proprio percorso avvenuto in tenera età non può essere chiamata a rispettare gli stessi requisiti anagrafici di colleghi che hanno iniziato a lavorare cinque, sei o sette anni dopo.



Curioso invece quanto accaduto attorno all'opzione donna. Ultimamente e improvvisamente l'attenzione mediatica riservata alle lavoratrici interessate all'istituto è cresciuta a dismisura. Anche qui la cosa è positiva, ma attenzione a centrare il punto. 'Il tam tam mediatico creatosi attorno al tema Pensioni in generale può stornare l'attenzione dal motivo giuridico per il quale abbiamo intentato il ricorso al TAR, ovvero che un ente terzo non ha giurisdizione in materia di leggi. L'INPS con le sue circolari ha di fatto variato i termini di una Legge dello Stato e questo viola il principio del l'esercizio di un diritto sancito' ci ha evidenziato Orietta Armiliato, il cui impegno costante e quotidiano, svolto in collaborazione con la coordinatrice del comitato di categoria Dianella Maroni, prosegue ormai da tempo. 'Il TAR dovrebbe valutare solo questo aspetto senza entrare nel merito di quelli che sono i contenuti delle circolari' ha proseguito Armiliato nel solco di un percorso logico che appare difficile da non sottoscrivere. Il cenno operato in chiusura dalla stessa Armiliato ci conduce al punto dal quale eravamo partiti: 'Tutto questo si può riconnettere a quanto dichiarato da Boeri durante il suo intervento a La7, dove ad una domanda di merito sul discorso rimborso a seguito sentenza Consulta, ha chiaramente dichiarato che non poteva rispondere poiché non gli compete'. E qui sta il punto. Ognuno deve fare il suo. Se non lo fa paga, se lo fa si alimenta il bene comune. Che poi dovrebbe essere il fine ultimo cui dovrebbe aspirare il sistema politico.