"Il problema della correzione della riforma delle Pensioni non si pone soltanto sul tema delle indicizzazioni, ma anche per quanto riguarda l'introduzione di un criterio di flessibilità, a partire dai 62 anni per l'uscita dal mondo del lavoro". Lo ricorda il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, così com'è stato ripreso dall'agenzia d'informazione Ansa nella serata di ieri. L'ex Ministro del lavoro offre così il proprio sostegno a tutti i lavoratori che sono in attesa di una risposta dal punto di vista della flessibilità previdenziale e che sono rimasti disorientati davanti alla focalizzazione dell'attenzione pubblica sulla questione delle rivalutazioni Istat.
Riforma pensioni 2015 - 2016: resta ancora amplia la platea dei lavoratori da salvaguardare
Senza negare l'importanza della vicenda, vi è infatti da sottolineare come siano ancora moltissimi coloro che purtroppo agognano ancora una mensilità previdenziale, essendo stati tagliati fuori dall'accesso all'Inps tramite l'innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi avvenuto con la riforma Fornero del 2011. Stiamo parlando di lavoratori esodati e precoci non salvaguardati, di quota 96 nella scuola e di disoccupati in età troppo avanzata per potersi reinserire nel mondo del lavoro. Ma il contraccolpo si è sentito anche sulle spalle di chi doveva accedere al primo impiego, visto che con il blocco del turn over la disoccupazione giovanile è salita a livelli record superando la soglia del 40%.
Tanto che Damiano non ha esitato a indicare più volte come improrogabile un intervento correttivo sulla vicenda: "la riforma voluta da Monti su pressione dell'Europa fa ormai acqua da tutte le parti, bisogna correggerla".
Pensioni quotazione 97 e uscita con 41 anni di versamenti: le ipotesi ribadite dalla Commissione lavoro alla Camera
A tal proposito, ricordiamo come le propose risolutive suggerite dalla Commissione lavoro alla Camera siano attualmente di due tipi. La prima prevede di passare dalla quota 100 alla quota 97: il pensionamento anticipato diventerebbe possibile con 62 anni di età e 35 di versamenti, più una penalizzazione del 2% per ogni anno mancante rispetto all'età prevista dall'attuale legislazione.
Ma la tagliola anagrafica potrebbe penalizzare eccessivamente i lavoratori precoci, pertanto si pensa di introdurre anche un criterio di flessibilità che permetta il pensionamento anticipato di tutti i lavoratori sulla base della maturazione di almeno 41 anni di versamenti, in questo caso indipendentemente da quale età sia stata raggiunta. Le proposte sono ora sul tavolo dell'esecutivo, che ha promesso di studiarle assieme a quelle che l'Inps invierà entro il prossimo mese di giugno. Solo allora i lavoratori disagiati potranno conoscere quale sarà il proprio destino.
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