Riforma delle Pensioni nella Pubblica Amministrazione: con le nuove norme, chi raggiunge l'età per la pensione, cioè superati i 66 anni, non potrà più lavorare. In più, se l'amministrazione pubblica lo ritiene necessario, il lavoratore potrà essere mandato in pensione non appena raggiunge l'anzianità necessaria per il pensionamento.

Queste novità, come riporta l'edizione di oggi 6 maggio 2015 della Gazzetta del Mezzogiorno, sono già legge e sono contenute nella circolare del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia: tale circolare è stata firmata a febbraio e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 4 maggio.

Fanno eccezione i magistrati, i professori universitari e i primari i quali godranno di un'uscita dal lavoro più soft.

Le misure contenute nella circolare vanno a confermare due norme già in vigore: l'abolizione del trattenimento in servizio, operativa già dall'ottobre 2014 ed il pensionamento d'ufficio, risalente al precedente agosto. Le due norme hanno la finalità di favorire il ricambio generazionale nel pubblico impiego, anche non si rileveranno movimenti in entrata a breve in quanto i concorsi pubblici sono bloccati fino al 2016.

Pensioni Pubblica amministrazione, trattenimento in servizio, pensionamenti d'ufficio: i requisiti di età e di contributi

Ricordiamo che il pensionamento diventerà, dunque, obbligatorio quando si raggiunge l'anzianità di 42 anni e sei mesi per gli uomini e di 41 anni e sei mesi per le donne, limiti aumentati di quattro mesi a partire dal 1° gennaio 2016.

Il provvedimento riguarderà all'incirca 5.700 dipendenti.

La cancellazione del trattenimento in servizio, invece, riguarda la "vecchiaia": non si potrà lavorare oltre i 66 anni e tre mesi (66 anni e sette mesi dal 1° gennaio 2016). L'uscita da lavoro sarà più morbida per i magistrati che potranno rimanere sul lavoro per ulteriori 5 anni, beneficio che verrà eliminato al termine del 2015.

Magistrati, professori universitari e primari hanno anche il limite massimo di età per la pensione più alto: 70 anni e non devono sottostare ai pensionamenti d'ufficio.

Quest'ultima misura può riguardare tutte le altre categorie di dipendenti pubblici, senza considerare l'età anagrafica. Ma l'amministrazione che la utilizza dovrà motivarne il ricorso, a meno che non si tratti di piani determinati con atti di organizzazione interna.