E' atteso per venerdì 15 maggio in consiglio dei ministri il decreto legge del Governo Renzi sull'adeguamento dei trattamenti previdenziali in applicazione della sentenza della Consulta che ha ristabilito l'indicizzazione degli assegni all'inflazione mentre si fa sempre più rovente il dibattito sulla riforma Pensioni 2015 e le correzioni alla legge Fornero. Intanto, oggi 12 maggio, a partire dalla ore 15, in commissione Bilancio al Senato della Repubblica, sono attese le comunicazioni del Governo Renzi sugli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sulla rivalutazione delle pensioni e il bilancio dello Stato.

Riforma pensioni, venerdì 15 maggio il decreto legge approda in Consiglio dei ministri

Ancora da definire i dettagli del dl, come ha spiegato il ministro del Lavoro Giuliano Poletti subito dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, così come restano da definire le proposte ufficiali del governo per modificare la riforma Fornero e introdurre nuovi criteri di flessibilità per la pensione anticipata. Nella maggioranza e nel governo ancora regna la confusione sulle modalità di applicazione della sentenza e su come procedere ai rimborsi degli arretrati. L'esecutivo deciderà sulla questione "con equità", ha detto oggi il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei, ai microfoni di 'Radio anch'io' sottolineando tuttavia che il provvedimento andrà a movimentare "risorse ingentissime al terzo - ha spiegato - di pensionati più ricchi" che non dovrebbero essere però trattati alla stessa maniera in considerazione del fatto che questa fascia di pensionati "più ricchi" comprende sia chi riceve pensioni normali sia chi riceve trattamenti pensionistici molto ricchi, le cosiddette pensioni d'oro.

Quindi, ha spiegato Taddei, "la restituzione verrà fatta con gradualità, ma verrà fatta".

Previdenza, bilancio e Costituzione: le critiche del giudice Cassese alla sentenza della Consulta

"La Corte Costituzionale è il tutore di diritti costituzionali. Nella Costituzione c'è però anche l'articolo 81 che impone di considerare il bilancio".

Lo ha sottolineato oggi, in un'intervista al quotidiano romano Il Messaggero, il giudice emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese, commentando la decisione dei Consulta sull'adeguamento delle pensioni. Cassesse non sembra d'accordo con la sentenza della Corte Costituzionale perché non valuta gli effetti che avrà sulle casse dello Stato.

Secondo il giudice quando "la Consulta interviene su un diritto che comporti l'uso di risorse pubbliche - ha sottolineato - deve preoccuparsi del bilancio. Nessuna legge - secondo Sabino Cassesse - può introdurre nuove spese senza indicare la fonte" e poi "la torta è quella e concedere a qualcuno - ha spiegato facendo riferimento alle modalità di rimborso in applicazione della sentenza - significa sottrarre a qualcun altro".