Le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie nella scuola sono a rischio. Il cronoprogramma rispetto ad un anno fa segna un clamoroso ritardo: infatti, già al 26 marzo 2014, le parti avevano firmato l'ipotesi di accordo, mentre quest'anno la contrattazione non è proprio iniziata. Una ulteriore attesa potrebbe significare per il personale docente della Scuola e per i non docenti la preclusione alla possibilità della mobilità annuale. Ovvero, la repressione delle speranze degli interessati di poter tornare presso la propria famiglia nel caso in cui la sede della propria scuola sia lontana.

Ma il rischio è ben più preoccupante: infatti, l'inoperosità dell'amministrazione fa pensare che quest'anno il governo intenda precludere in toto la mobilità annuale e di concentrare le attività degli uffici sulle immissioni di ruolo.

Utilizzazioni e assegnazioni ferme, ipotesi azzeramento mobilità: cosa prevede il Ddl Buona scuola?

L'inerzia delle amministrazioni sulle utilizzazioni e assegnazioni potrebbe avere, come risultato ultimo, la creazione di un enorme contenzioso che i ricorrenti risolverebbero a proprio favore sulla base della validità del contratto dello scorso anno o, almeno, sul diritto alla mobilità, disciplinato dalla Costituzione e dalla normativa comunitaria. In più, è prassi far riferimento al contratto collettivo scaduto nel caso in cui lo stesso non venga rinnovato, secondo il procedimento dell'ultrattività dei contratti collettivi.

Tuttavia, il disegno di legge sulla Buona scuola in discussione al Parlamento contiene la decontrattualizzazione della mobilità. L'eventuale approvazione del Ddl nella data prevista (il 19 maggio) riconsegnerebbe le utilizzazioni nelle competenze del Ministero dell'Istruzione che potrebbe decidere di annullarle in via definitiva.

Con conseguente azzeramento delle domande di mobilità annuale: le operazioni da ultimare, dunque, riguarderebbero solo la ricollocazione dei dipendenti in esubero.

Il silenzio del ministero fa avvalere quest'ultima ipotesi, a meno che non si arrivi ad una contrattazione flash dell'ultima ora e, nel caso in cui non si arrivi ad un accordo, si prosegua con una semplice ordinanza come già successo qualche anno fa.