Sembra si sia arrivati finalmente ad un punto di svolta per quanto riguardo la prossima riforma Pensioni che il governo guidato da Matteo Renzi presenterà ai cittadini nei prossimi mesi, importanti novità per i lavoratori precoci e l'istituto della pensione anticipata 2015, mentre più critica appare la situazione per gli esodati, tra cui l'ormai celebre classe dei quota 96, con il ministro Poletti che non intende gettare la spugna per la settima salvaguardia, il cui stop non è ancora stato ufficializzato dall'esecutivo. 

Rimborso pensioni, Renzi restituisce 2 miliardi e 180 milioni a 3,7 milioni di persone

Il nodo sul rimborso delle pensioni è stato risolto nel pomeriggio di ieri con l'approvazione del decreto.

Il premier Renzi ha specificato che il governo ha reperito le risorse dal tesoretto contenuto nel Def, ciò significa che - almeno sulla carta - c'è un discreto margine di manovra per attuare una vera riforma delle pensioni, come sottolineato dallo stesso segretario del Partito democratico in conferenza stampa. Le cifre: 2 miliardi e 180 milioni di euro verranno rimborsati ai pensionati il primo agosto. Chi riceverà questi soldi? Tutti coloro che hanno una pensione inferiore ai 3 mila 200 euro lordi, dunque - numeri alla mano - dal decreto sono stati esclusi poco più di 650 mila ex lavoratori. Già prima dell'approvazione del decreto si sapeva che il governo avrebbe puntato sulla forma di bonus una tantum, che varia da 750 a 278 euro.

Riceveranno il rimborso massimo coloro che hanno una pensione mensile da 1700 euro lordi, mentre l'assegno più basso spetterà a chi prende 2700 euro lordi. Renzi, insieme al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, ha fornito inoltre le cifre riguardanti le rivalutazioni delle pensioni, spiegando che per la pensione più bassa la rivalutazione sarà di 160 euro all'anno, per quella più alta di 60 euro ogni 12 mesi.

Al termine della conferenza, Padoan ha infine annunciato che a partire dal 2016 verrà introdotto un nuovo meccanismo di indicizzazione che rispetterà i dettami della Consulta. 

Pensioni precoci, le dichiarazioni del premier

Come spiegato in apertura, il presidente del Consiglio ha anche trattato il delicato tema riguardante l'adozione di strumenti di flessibilità in uscita da adottare nel prossimo futuro, dando così una speranza concreta a migliaia di lavoratori.

Queste le parole del premier Renzi: 'Le normative del passato sono intervenute in maniera troppo rigida. In futuro ci sarà maggiore flessibilità in uscita e daremo un po' più di spazio a chi vuole andare in pensione prima rinunciando a parte del suo assegno'. Salgono dunque vertiginosamente le quotazioni per la pensione anticipata a 62 anni per i lavoratori precoci, anche se quest'ultimi hanno già manifestato, nel recente passato, la propria avversione rispetto a questa formula, in quanto chi ha iniziato a lavorare a partire da 16 anni, all'età di 62 anni avrebbe già maturato 46 anni di contributi, o per meglio dire raggiunto quota 108. Qual è la vostra opinione in merito alle ultime dichiarazioni di Matteo Renzi?