Il servizio del Fatto Quotidiano sulla trasmissione di giovedì 18 giugno Servizio Pubblico, in diretta da Piazza Annigoni a Firenze, davanti alla sede della Nazione e alla presenza di un pubblico composto da studenti, docenti e lavoratori di call center, dedica la sua attenzione all'intervento del leader della Fiom Cgil Maurizio Landini. L'affondo al premier Renzi è duro quando Giulia Innocenzi lo invita a dire la sua sulla Buona Scuola. Dal palco di Rosso di Sera Landini, riprendendo una frase di Romano Prodi in cui si diceva che non è possibile essere ricchi e coglioni per due generazioni consecutive, in riferimento al maxiemendamento voluto da Renzi sbotta con una affermazione alla quale la piazza si levava in un'autentica ovazione :"Il gufo non è affatto un coglione e ci vede benissimo, non si lascia fregare".
Proprio un bel servizio
Landini definisce il Jobs Act come la legge elettorale abrogata grazie all'Avv. Felice Besostri, ossia come un Porcellum che spazza via tutti i diritti dei lavoratori. Cosa hanno fatto di male loro a Renzi, si chiede il leader dei metalmeccanici. Nel corso del suo intervento precisa di essere contrario ai tagli alle pensioni, alla scuola e ai servizi in genere. La strada giusta non è quella dell'abolizione del welfare sociale. Le riforme vanno fatte con la gente che lavora e non sulle loro spalle. E bisogna partire dal ritiro del Ddl scuola tornando a parlare con chi la scuola la fa, ossia i docenti. Che lui abbia i numeri per porre la fiducia e far passare la riforma scolastica dimostra la sua volontà di schiacciare il pensiero democratico.
L'intervento di Giovanni Cocchi
Sono 10 mesi che promette di abolire la supplentite per poi andare da Vespa a dire che non assume più nessuno. Non vuole che sia un assuntificio. Ci sono 130 mila cattedre vacanti oltre alle necessità di procedere alle supplenze, arrivando così a 180 mila posti totali. Ma come un ragazzino indispettito che si porta via il pallone torna sui suoi passi e dice che non immetti più nessuno in ruolo. Questo il succo dell'intervento del docente che rappresentava i docenti precari che ha voluto ricordare la funzione sociale irrinunciabile che essi rappresentano.