I recenti risultati delle elezioni regionali e comunali hanno restituito un Renzi 1, come scrive la Stampa, più intransigente che mai nel portare a termine la legislatura fino al 2018. Lancia un monito a Marino quando, intervistato da Vespa su Porta a Porta, si sofferma sul concetto che bisogna saper governare o altrimenti è meglio tornare a casa. Parla di ritorno a un Renzi 1 per abbandonare i panni del Renzi 2. Per il momento nega l'ipotesi commissariamento ma stando all'intervista rilasciata a Massimo Gramellini di la Stampa afferma che se fosse nei panni del sindaco Marino non starebbe tranquillo.

Anche il passaggio sull'abolizione delle primarie nel Pd lascia perplessi tutti quanti, minoranza dem in testa che gli rimprovera di volersi appropriare del Partito Democratico schiacciando i pareri contrari.

Le reazioni

A stretto giro di media gli ribatte Fassina che su Radio Popolare sbotta con un 'parole indecenti' quelle di un Renzi sconfitto dal popolo democratico intenzionato a respingere i suoi diktat, in testa i docenti della Scuola letteralmente infuriati per il vile ricatto sulle assunzioni. Al riguardo aveva annunciato di avere i numeri per far passare la riforma scolastica ma gli ultimi avvenimenti in seno al Pd hanno suggerito un rinvio a luglio, congelando quelle assunzioni promesse, alle quali molti insegnanti avevano creduto e sperato.

Sui social l'ironia dei docenti dilaga sulla faccenda del Renzi 1 in contrapposizione al Renzi 2. C'è consapevolezza tra loro del tentativo di spaccare l'unitarietà del corpo docenti e determinazione nel respingere il tranello di rinviare le assunzioni a luglio.

Deriva autoritaria

Ci sono manovre oscure sulla scuola che vanno a tutto discapito dell'intero corpo docente e delle famiglie che si vedranno alzare la spesa per l'istruzione.

E la conferma arriva da un pezzo scritto su orizzontescuola.it che riprende una ANSA. Dietro Renzi c'è il pressing dei poteri forti affinché vengano eliminati tutti gli emendamenti delle opposizioni per far passare la riforma scolastica secondo le direttive provenienti dall'entourage del premier. Un ricatto vile e inaccettabile per la minoranza dem che accusa la maggioranza di deriva autoritaria da respingere.

Sullo stesso concetto si allineano le posizioni dei costituzionalisti di Democrazia Costituzionale che annunciano iniziative referendarie a difesa della Costituzione. Se ne parla sul sito stesso all'indirizzo coordinamentodemocraziacostituzionale.net in un articolo in cui si spiegano i passi da seguire.