Di norma, da quando esiste, il sussidio di disoccupazione spetta a coloro che perdono involontariamente il posto di lavoro. Anche il nuovo sussidio di disoccupazione Inps, in vigore dal 1° maggio, la NASPI, segue questo principio. Lo conferma proprio l'Istituto di Previdenza Sociale sul proprio sito, nelle informazioni sulla NASPI e sugli altri ammortizzatori sociali per disoccupati.

Il significato di involontariamente

Requisito necessario affinché un lavoratore possa usufruire del sussidio di disoccupazione, è che abbia perso il posto di lavoro per cause a lui non imputabili, quindi involontariamente.

In parole povere potrà beneficiare del sussidio, sempre che abbia anche gli altri requisiti previsti, colui che viene licenziato, colui a cui scade un contratto a termine e colui che perde il lavoro per la cessazione dell'attività dell'azienda per fallimento o altre cause.

La giusta causa di dimissioni

Ci sono però dei casi in cui il lavoratore può accedere alla disoccupazione e quindi anche alla neonata NASPI anche se è lo stesso lavoratore a lasciare il posto di lavoro volontariamente. Stiamo parlando dei casi di dimissioni per giusta causa, strumento utile affinché un lavoratore per motivi gravi, non debba essere costretto ad rimanere al posto di lavoro per paura di perdere il sussidio di disoccupazione.

I motivi più importanti di giusta causa di dimissioni sono comportamento ingiurioso e offensivo da parte del datore di lavoro o di chi per lui, retribuzione non corrisposta, molestie sessuali, trasferimento della sede di lavoro oltre i 50 chilometri di distanza dalla vecchia sede di lavoro o per casi di gravidanza di mamme lavoratrici.

Le dimissioni devono essere convalidate

Per renderle formali, le dimissioni devono essere rese per iscritto, consegnate o mandate al datore di lavoro inserendovi le motivazioni che hanno spinto il lavoratore alla scelta. Il lavoratore è tenuto a dare un certo numero di giorni di preavviso al datore di lavoro per consentirgli di trovare un sostituto.

Il preavviso varia in base al lavoro svolto ed ai contratti collettivi di lavoro a cui è sottoposto. Per la disoccupazione, le dimissioni sono valide se sono convalidate. Infatti la Legge Fornero eliminò il fenomeno delle dimissioni date in bianco, cioè di propria iniziativa e con motivazioni prive di una verifica. La convalida può essere fatta dal lavoratore recandosi all'Ufficio Territoriale del Lavoro o ai Centri per l'Impiego. Questi rilasceranno un documento di convalida che poi dovrà essere allegato alla domanda da presentare all'INPS per il sussidio di disoccupazione.