Forse questo sarà l'anno buono per riformare il sistema previdenziale italiano. Sono ormai diversi giorni che sia il ministro dell'Economia, Padoan, sia quello del welfare, Poletti, evidenziano l'impegno del governo nel trovare un sistema flessibile che possa abbassare l'età pensionabile per tutti i lavoratori. Ma quando verrà effettuata la riforma del sistema pensionistico?
Organizzate diverse manifestazioni di piazza contro il governo Renzi
La legge Fornero, quella attualmente in vigore, approvata nel 2011 dal governo Monti ha evidenziato diverse criticità. Per questo motivo ci sono state diverse manifestazioni di piazza volte a modificare quelle norme previdenziali. Ricordiamo, inoltre, che il 30 aprile scorso la Consulta ha bocciato una norma della legge Fornero che bloccava le indicizzazioni dei trattamenti pensionistici degli anni 2012 e 2013con conseguente rimborso una tantum che, le casse dello Stato, dovranno sborsare il primo agosto prossimo. Sembrerebbe che le intenzioni del governo Renzi siano quelle di inserire la modifica necessaria nella Legge di Stabilità che sarà discussa subito dopo l'estate. Vediamo. di seguito, quali sono le proposte di modifica al vaglio dell'Esecutivo.
Una delle ipotesi allo studio è la cosiddetta 'Quota 97'
La proposta che più plausibile e che sembra mettere tutti d'accordo è quella relativa alla cosiddetta 'Quota 97', data dalla somma tra età anagrafica (62 anni) e versamenti contributivi (35 anni). Idea messa in campo dal Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano che prevede anche una penalizzazione fino all'8 per cento dell'assegno pensionistico (penalità questa che si azzera al raggiungimento dei 66 anni di età). Un'altra proposta è quella della 'staffetta generazionale', portata avanti dal ministro Poletti, che prevede un abbassamento dell'assegno mensile in relazione all'effettuazione del part time lavorativo.
La proposta 'Opzione Donna' potrebbe essere prorogata al 31 dicembre 2018
Altra idea che, però, crea parecchi malumori è quella con la quale si applicherebbe un sistema contributivo per tutti con penalizzazioni che potrebbero raggiungere anche il 30 per cento del valore della pensione. Infine, c'è al vaglio anche l'ipotesi della cosiddetta 'Opzione Donna', avviata in modo sperimentale, che consente alle lavoratrici di lasciare il lavoro all'età di 57 anni (58 per le autonome) con 35 di contributi: l'istituto è valido fino al 31 dicembre 2015 ma potrebbe essere prorogato fino al 31 dicembre 2018.
© RIPRODUZIONE VIETATA