Due sole le modifiche al decreto di riforma della Scuola che spaccano il Pd, attanagliato dai docenti e dalla paura di non ottenere la maggioranza. Si passa a 138mila assunzioni rispetto alle 100mila in programma dal primo disegno del premier e del ministero, che aveva accolto con decisione la proposta, e alla riduzione dei poter dei dirigenti scolastici, ancora nel mirino dei sindacati che non vogliono arrendersi. In piazza ancora per protestare e a scuola per confermare il proprio dissenso sulla riforma con il blocco degli scrutini. Numerose le scuole che stanno aderendo allo sciopero mentre i DS tutelano 'la loro partita' modificando gli orario degli scrutini delle classi ordinarie e delle finali, su quest'ultimi infatti non è possibile scioperare.
Ma quali sono le due modifiche del ddl scuola, nodo della discordia, ma che potrebbero essere modificate in favore del personale della scuola?
Aumento assunzioni e riduzione potere dei DS
Ai docenti di lettere suonerebbe come un chiasmo mentre in realtà pare che al Governo siano gli unici due punti del ddl scuola che potrebbero avere una modifica vantaggiosa per il personale docente che attende di ottenere il ruolo e per i neolaureati di accedere all'insegnamento tramite la valutazione del proprio titolo e le Graduatorie di istituto. Si tratta del numero delle assunzioni,che in considerazione del negativo risultato delle regionali del pd, è passato da 100mila auspicato a partire dal 1 settembre 2015 interessando i precari delle GaE e i vincitori del concorso a cattedra 2012, e 38mila posti per coloro che hanno conseguito il titolo di abilitazione all'insegnamento con il Tfa. Passo importante per la stabilizzazione dei precari nella scuola e per dare un'organizzazione al sistema di reclutamento nella scuola, ancora alquanto confuso.Il secondo punto non ha nulla a che vedere con le assunzioni dalla GaE ma il ruolo del dirigente scolastico, punto del ddl sempre più a rischio di diniego da parte della maggioranza e motivo di spaccatura all'interno dello stesso partito. Si tratta infatti di stabilire indirettamente i criteri del DS per l'accettazione o meno di un docente, ovvero tutelare il reclutamento e premiare il merito seguendo l'ordinario scorrimento delle Graduatorie per provincia, e non agevolare 'la chiamata diretta', coinvolgendo il personale a discrezione del Ds. Una modalità di reclutamento che discrimina il ruolo dell'insegnante e coloro che, seppur con merito, titolo e servizio, non hanno nessun contatto 'importante' nella scuola nella quale mirano a insegnare.