Molto probabilmente nella giornata di domani 1 luglio Tito Boeri, presidente Inps, presenterà al governo Renzi un pacchetto di proposte volte a modificare il sistema pensionistico italiano. In realtà, negli ultimi giorni si sono succedute diverse notizie su come potrebbe cambiare la legge attualmente in vigore. Cerchiamo di capire, di seguito, cosa ci possiamo aspettare nei prossimi mesi, attraverso alcune domande alle quali daremo una risposta in base alle notizie che sono sin qui giunte.

1. Il pacchetto di proposte di Boeri conterrà i piani di prepensionamento auspicati da molti?

Molto probabilmente no. Proprio alcune settimane fa, esattamente il 10 giugno durante l'audizione avvenuta alla Camera, il presidente Inps ha ribadito il concetto che alcune proposte, come ad esempio Quota 100 e Quota 97 con penalizzazioni, non sono sostenibili per le casse dello Stato. Le stime elaborate dall'Inps evidenziano che il piano flessibile proposto da Damiano (Quota 97) avrebbe un costo, se applicato, di 8,5 miliardi di euro, mentre l'altro sistema (Quota 100) peserebbe ancora di più con una spesa prevista di 10,6 miliardi di euro.

2. Verrà applicato il cosiddetto assegno universale?

Nel pacchetto di proposte di Tito Boeri non dovrebbe essere incluso l'assegno universale dato che, in più di un'occasione, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi lo ha definito incostituzionale con il rischio che venga bocciato dalla Consulta.

3. Quali saranno le proposte che verranno applicate per riformare il sistema previdenziale?

Le innovazioni che Boeri presenterà al governo saranno, probabilmente, quasi tutte negative: dal taglio delle Pensioni di invalidità e di reversibilità all'applicazione del ricalcolo contributivo per tutti i lavoratori. Una serie di riforme che dovrebbero portare nuove risorse economiche da destinare ad ulteriori interventi previdenziali.

4. Ci sarà qualche novità relativamente al regime sperimentale Opzione Donna?

Una delle proposte che è stata messa in evidenza in questi ultimi giorni è quella di estendere il regime Opzione Donna a tutti i lavoratori. Una buona soluzione per non gravare troppo sulle esigue casse dello Stato.