"In Commissione lavoro sono depositate numerose proposte di legge: tra queste c'è quella del PD che prevede di anticipare la pensione dai 62 anni di età con 35 di contributi, ed un massimo di penalità dell'8%. Oppure di uscire con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età". Sono le parole scelte dall'On. Cesare Damiano per rimarcare quale sia l'indirizzo politico della minoranza Dem sulla questione della flessibilità nell'uscita dal lavoro, dopo che il Presidente dell'Inps ha dichiarato di ritenere in diverse battute che il sistema delle quote sia troppo oneroso per le casse pubbliche.

"Siamo contrari al ricalcolo dell'assegno contributivo, perché la decurtazione sarebbe troppo intensa" prosegue Damiano, motivando così la propria posizione di assoluto diniego verso quella che rappresenta la proposta di Tito Boeri per offrire ai lavoratori e disoccupati in età avanzata un'opzione di prepensionamento.

Riforma pensioni, flessibilità allo studio dei tecnici: si attende riscontro da tavolo tra Governo e sindacati

Stante la situazione, resta da comprendere quale sarà la direzione effettivamente scelta dal Governo per flessibilizzare l'accesso alla previdenza. Nelle scorse settimane sembrava delinearsi un consenso sufficientemente forte verso il sistema a quote, ma gli altolà dei tecnici interni ed esterni al Paese risalenti agli ultimi giorni sembrano aver ancora una volta riacceso il dibattito politico, mettendo in discussione il consenso precedentemente raggiunto.

Sulla vicenda si attende anche di registrare il riscontro dal tavolo di discussione imbastito tra Governo e sindacati, con il Ministro Poletti che ha incontrato le controparti nella metà del mese corrente e che ha fissato il prossimo incontro per il prossimo 16 luglio. Sulla vicenda vi è però da sottolineare come tutte le principali sigle sindacali abbiano descritto il sistema contributivo come una linea rossa da non superare in nessun caso.

"L'accesso alla flessibilità in uscita con il ricalcolo contributivo della pensione è inaccettabile, perché limiterebbe a pochi la possibilità di anticipare. Inoltre, sulla grande platea dei lavoratori calerebbe il ricatto di un taglio consistente della prestazione" ha evidenziato Vera Lamonica della Cgil, spiegando in questo modo le motivazioni della posizione assunta dai sindacati sulla vicenda.

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