Cesare Damiano dice no al ricalcolo delle Pensioni col sistema contributivo ma plaude al governo Renzi che apre alle trattative con i sindacati e ha la flessibilità in uscita per la pensione anticipata tra i punti in esame per la nuova, ennesima riforma delle pensioni che l'Italia deve subire per evitare un mezzo collasso della previdenza pubblica e sanare i problemi sorti con la precedente riforma, quella del governo Monti con la Legge Fornero. Facciamo dunque il punto della situazione prendendo come base le dichiarazioni di Damiano riportate dai mass media oggi 17 giugno.
Riforma pensioni 2015, ricalcolo col contributivo: per Damiano è inaccettabile
Come abbiamo scritto nell'articolo Ricalcolo col contributivo ipotesi preferita dal governo, sembra che l'esecutivo guidato dall'ex sindaco di Firenze abbia tra le preferenze per la sua riforma delle pensioni proprio questo, ovvero ricalcolare buona parte delle pensioni con il sistema introdotto dal 1996 con la Riforma Dini: però ancora non si può dire se tutte, solo quelle più alte, se quelle già in essere... Quel che è certo è che si tratta di una soluzione che sarebbe penalizzante per molti pensionati/pensionandi.
Cesare Damiano ha dichiarato che con le sue proposte per la flessibilità in uscita, cioè la pensione anticipata con penalizzazione e varie Quote, nel periodo 2020-2060 (come pensa a lungo termine!) lo Stato risparmierebbe 350 miliardi di euro: secondo il presidente della Commissione Lavoro non è quindi vero che le sue proposte sarebbero troppo dispendiose e afferma che "Da una massa di risorse cosi' ingente si può ricavare quanto serve per una misura di giustizia e di modernità come quella della flessibilità pensionistica.
E' inaccettabile che si risponda a questa domanda proponendo il ricalcolo dell'assegno pensionistico integralmente con il sistema contributivo".
Damiano si dice però ottimista perchè il governo Renzi tiene il tema della flessibilità in uscita tra i primi in agenda per quel che riguarda la riforma del sistema pensionistico.
Damiano: bene il governo Renzi per le trattative coi sindacati sulle pensioni, prime risposte entro un mese
Positività da Damiano anche perchè l'esecutivo, forse in difficoltà dopo la batosta elettorale e in un vicolo cieco con la riforma della scuola arenata in Senato, ha deciso di riaprire il tavolo delle trattative sindacali sulle questioni inerenti le pensioni in divenire.
Per l'ex ministro del Lavoro i primi incontri sono un segnale di dialogo che proviene dal governo Renzi, che nelle ultime settimane ha mostrato forse troppa chiusura: "Non si è trattato di un incontro spot, ma dell'inizio di un dialogo che continuerà a luglio. E' la strada giusta perchè se non si valorizza il ruolo delle parti sociali si dà la stura alle rivendicazioni corporative più ingovernabili". Insomma, per Damiano il segnale di aperture al confronto è il fattore più importante e di rottura dell'ultimo convulso periodo.
Damiano ricorda che lo stesso ministro Poletti ha affermato che la prossima Legge di Stabilità conterrà elementi di novità per le pensioni, a partire proprio dalla flessibilità in uscita per la pensione anticipata: c'è dunque da aspettare, sapendo però che i prossimi mesi estivi saranno solo di trattative, voci e dichiarazioni.