"Oggi ci stanno chiedendo tutti di fare le cause, perché ha sbagliato il Governo che ha ereditato da Monti questa situazione di incostituzionalità e si sta attrezzando per fare ereditare ai prossimi Governi un'altra eccezione di costituzionalità": sono le parole espresse dal leader della Uil Carmelo Barbagallo al riguardo del decreto con cui l'esecutivo Renzi ha scelto di applicare la sentenza numero 70/2015 della Consulta. La questione riguarda, in particolare, il mancato adeguamento delle Pensioni superiori a tre volte la minima rispetto alla crescita dell'inflazione per il biennio 2012 - 2013, ma la decisione presa dai giudici è rilevante perché di fatto influenza anche tutte le rivalutazioni future nella previdenza.
La politica in questo caso ha percorso una soluzione tecnica per riformare la legge Fornero ovvero pensando di non rimborsare totalmente il dovuto, ma piuttosto di fornire un bonus forfettario e "una tantum" per coloro che arrivano a percepire fino a sei volte la pensione sociale. Nelle intenzioni del Governo questo meccanismo dovrebbe contribuire a sanare la questione ed al contempo a preservare la tenuta dei conti pubblici.
Scelta del Governo sui rimborsi Inps ancora a rischio di incostituzionalità? Le preoccupazioni dei sindacati
Stante la situazione, è però evidente che l'idea di convertire gli adeguamenti Inps con dei rimborsi non è piaciuta a molti pensionati e nemmeno alle parti sociali, che si stanno organizzando per affrontare la questione ancora una volta in sede giudiziaria.
Il rischio che si apra una battaglia sul fronte legale è piuttosto ampio, anche perché negli scorsi giorni il Tribunale di Napoli ha già dato ragione ad un pensionato, intimando all'Inps di saldargli l'intero importo della rivalutazione perduta. Il Governo nel frattempo fa quadrato, tanto che il Ministro Poletti evidenzia come l'esecutivo "ha pienamente ottemperato a quanto la Corte ha in qualche modo sottolineato come limiti della normativa precedente, per cui ha scelto di cassare quella norma".
Resta il fatto che il rischio dell'apertura di nuove class action è concreto, visto che in tale direzione si è già mossa anche l'associazione Codacons.
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