Procedono senza soluzione di continuità le discussioni intorno al tema della pensione anticipata, dopo il monito dell'Ue e le parole disarmanti di Draghi e Boeri, ora per i lavoratori, specie per i precoci, giunge l'ennesima doccia fredda da parte di Treu, che viene poi stemperata, almeno in parte dalla Gnecchi (Pd).

Vediamo in dettaglio le ultime due dichiarazioni contrastanti sul fronte 'misure a favore della flessibilità in uscita'. Per L'ex ministro del Lavoro intervistato pochi giorni fa dal collega Pietro Vernizzi ( Sussidiario.net) il ddl 857 di Damiano che menziona due misure care ai pensionandi : la Quota 97 e la Quota 41 non dovrebbe essere approvato.

Per l'onorevole Gnecchi l'opzione contributivo non sarebbe una soluzione economica per le casse Statali.

In Pensione anticipata col 30% in meno, no al ddl 857: Treu rincara la dose dopo Boeri e Draghi

Secondo Tiziano Treu chi volesse andare in pensione prima dovrebbe essere conscio di pesare per più tempo sulla previdenza, dunque dovrebbe percepire meno. I lavoratori, precisa il componente del Cnel, devono ricevere un assegno proporzionale in base ai contributi versati e la penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo sulla pensione,come proposto da Damiano, non sarebbe sufficiente e porterebbe la misura a gravare troppo sulle finanze pubbliche. L'unica soluzione sarebbe dunque concedere la flessibilità, come in altre zone d'Europa, a fronte di una riduzione più cospicua circa il 5-6% per ogni anno di anticipo.

Ma chi sarebbe disposto ad accettare di accedere alla quiescenza all'età di 62 anni con il 30% in meno?

Secondo Treu ognuno dovrebbe fare bene i propri calcoli, le lavoratrici, prosegue, hanno optato di uscire con l'opzione donna per badare ai nipotini, ai parenti malati o dedicarsi ai propri hobbies e si sono accontentate della pensione calcolata interamente con il metodo contributivo.

Il ragionamento potrebbe essere esteso anche agli uomini, starebbe poi a loro valutare se permanere sul luogo di lavoro e maturare l'assegno pieno oppure uscire con un assegno ridotto per magari cercassi un ulteriore occupazione.

Pensione anticipata col contributivo: per la Gnecchi poco vantaggioso per le casse statali, ecco perché

Secondo Maria Luisa Gnecchi intervistata oggi dallo stesso giornalista, invece, il ricalcolo contributivo non sarebbe vantaggioso per le casse Statali, anzi peserebbe ben 15 miliardi di euro a fronte degli 8,5 richiesti per approvare il ddl 857 di Damiano. Le ragioni sono legate all'aspettativa di vita crescente: concedere a tutti la pensione anticipata 10 anni prima, anche se con un assegno ridotto, peserebbe molto di più che concedere la pensione anticipata a partire dai 62 anni con una decurtazione decrescente.

Al di là dei due punti di vista totalmente contrastanti su quale possa essere la misura più idonea per concedere maggiore flessibilità in uscita, quel che appare comunque poco chiaro nel pensiero di Treu è la ritrosia verso la Quota 41. Nel ddl 857 ai lavoratori precoci si chiede di aver versato ben 41 anni di contributi per poter accedere alla pensione senza incorrere in penalizzazioni. Se l'assegno pensionistico, stando al ragionamento di Treu, deve essere proporzionale ai contributi versati, ci pare che i lavoratori precoci abbiano abbondantemente adempiuto a quanto richiesto Perché dunque per poter andare in pensione a 62 anni dovrebbero ora rinunciare al 30% della propria quiescenza? Non è forse chiedere troppo?