In conformità al decreto 16 dicembre 2014, con la Circolare numero 63 l'Inps ha comunicato che dal primo gennaio 2016 tutti i lavoratori che sono iscritti alla previdenza pubblica dovranno compiere quattro mesi di lavoro aggiuntivi. Inoltre, dal 2019 assisteremo a un altro scatto, attualmente quantificato in 4 o 5 mesi di attività lavorativa aggiuntiva. L'innalzamento dell'attività lavorativa interesserà tutti i settori professionali, senza fare distinzioni tra i vari comparti lavorativi, con la conseguenza che i lavoratori con mansioni usuranti si vedranno aumentare l'età lavorativa nella stessa misura che interesserà i dipendenti che fanno lavori meno pesanti, come ad esempio quelli d'ufficio.

Dal primo agosto inoltre, l'Inps inizierà a corrispondere ai pensionati i rimborsi derivanti dalla mancata rivalutazione delle pensioni per il biennio 2012/2013, voluta dalla legge Fornero contenuta nel decreto "Salva Italia", e ritenuta successivamente anticostituzionale dalla Consulta.

I principali cambiamenti

Con le nuove norme, dal 2016 per usufruire della pensione sarà necessario aver perfezionato 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi per gli uomini, equivalenti a 2.227 settimane, mentre per le donne i contributi necessari saranno 41 anni e 10 mesi, che corrispondono a 2.175 settimane lavorative. Per quanto riguarda le Pensioni di vecchiaia invece, che richiedono almeno 20 anni di contributi versati, i requisiti rimarranno differenti per i lavoratori del settore pubblico rispetto alle donne lavoratrici del settore privato.

Con le nuove regole, gli uomini, che siano dipendenti o lavoratori autonomi, per usufruire del trattamento pensionistico dovranno avere almeno 66 anni e 7 mesi di età, quattro mesi in più dei 66 anni e 3 mesi attuali. Per le lavoratrici del settore pubblico valgono gli stessi requisiti. Per quanto riguarda le lavoratrici del settore privato invece l'innalzamento dell'età sarà maggiore, e sarà necessario avere almeno 65 anni e 7 mesi, mentre per quelle autonome si passa a 66 anni e un mese di età.

Le novità per i lavori usuranti

Per quanto riguarda i lavori usuranti, attualmente è in vigore il sistema delle quote previsto dalla legge n.243 del 23 agosto 2004, mentre con le nuove disposizioni dal prossimo anno i lavoratori dovranno raggiungere l'età anagrafica di 61 anni e 7 mesi, con almeno 35 anni di contributi versati e il raggiungimento del quorum 97,6.

Per i lavoratori autonomi invece, il quorum dovrà essere pari a 98,6 e l'età anagrafica di almeno 62 anni e 7 mesi.

Il comparto difesa e sicurezza

L'aumento di 4 mesi dell'età per accedere alla pensione interesserà anche i lavoratori del comparto difesa e sicurezza, oltre ai comparti che adesso sono soggetti a requisiti diversi da quelli previsti nell'AGO, come ad esempio i lavoratori ex - Enpals e gli autoferrotranvieri. Anche i lavoratori sottoposti a salvaguardia sono interessati dalla nuova regolamentazione, anche se in questo caso la normativa di riferimento è quella antecedente all'entrata in vigore della legge Fornero.