Il DDL Scuola, che Renzi e i suoi hanno usato come unico mezzo per effettuare le famose 100mila assunzioni, in realtà non riserva nulla di buono per i docenti e i precari. Nemmeno quel poco che ha illuso i pochi. A farlo notare è una lettera di una docente precaria apparsa su OS, a dir poco chiara e illuminante. Lei definisce il piano di Renzi, un 'licenziamento di massa' allo scopo di far cassa sulla scuola. Come si giunge a questa conclusione?
Come Renzi usa il DDL scuola contro i docenti
Tutto sta nell'ultima versione del maxiemendamento al DDL scuola, quello che avrebbe dovuto essere un compromesso per risolvere alcuni dei punti che non andavano bene.
Il senato ha approvato un testo in cui si evince che ad esclusione di chi occupa i posti del turn over, tutti coloro che rientrano nel piano straordinario vengono inseriti in una graduatoria nazionale e potrebbero essere assunti ovunque. E la cosa peggiore è che l'ultima possibilità di avvicinarsi a casa, sarà la mobilità straordinaria. Dopo di che? Si resterà eternamente lontani da casa? Perché le graduatorie provinciali non devono più esserci? Che ne sarà di tutti i precari, la maggior parte con casa e famiglia, che non hanno mai potuto spostarsi dalla loro provincia? Dovranno ricominciare un'altra vita altrove? E le conseguenze di un eventuale trasferimento chi le paga?
Perché il DDL scuola nasconde un licenziamento di massa
Ma perché possiamo dire che il DDL scuola nasconde un licenziamento di massa?
Perché il testo specifica che chi rifiuterà l'assunzione sarà estromesso dalle graduatorie e il posto rimasto libero, non verrà rimpiazzato. Ma non finisce qui. Tutti i precari che restano fuori dal piano di assunzioni "straordinario" di Renzi, se la passano peggio. Secondo alcuni sindacati, l'organico di potenziamento verrà eliminato nei prossimi anni, in quanto chi lo forma man mano verrà utilizzato per supplenze, turn over ecc.
Quindi chi è rimasto nelle graduatorie, come farà a lavorare? E i 'fortunati' di ruolo? Che ne sarà di loro? Non avranno più la libertà di insegnamento, come invece stabilisce la Costituzione. Si prospetta davvero un bel futuro, per chi ha scelto di lavorare nella scuola italiana!