Mercoledì 8 luglio 2015 il presidente dell'Inps, Tito Boeri introdurrà la sua proposta per la riforma delle pensioni in occasione della presentazione della relazione annuale dell'ente di previdenza. L'obiettivo è quello di incrementare la flessibilità dei lavoratori in uscita dal mondo del lavoro, aggirando l'eccessiva rigidità delle norme pensionistiche attuali, imperniate sulla Legge Fornero. Si tratterà di studiare la più ottimale possibilità di flessibilità pensionistica, pur in presenza di un assegno di importo più basso.

Pensioni 2015, bocciate le proposte di staffetta generazionale e "Quota 100"

Lo stesso Governo si è mostrato disponibile a discutere della riforma delle Pensioni con una maggiore flessibilità inserendola nella Legge di Stabilità 2016. Ma l'ostacolo da superare è quello relativo alle risorse: proprio per questo motivo, già nella scorsa settimana, lo stesso Boeri aveva incontrato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e, successivamente, sia il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan che quello del Lavoro, Giuliano Poletti.

In queste occasioni, Boeri ha avuto modo di bocciare la proposta elaborata da Damiano e da Barretta relativa alla staffetta generazionale con prepensionamento a 62 anni di età in presenza di almeno 35 anni di contributi.

La penalizzazione sarebbe del 2% per ogni anno di anticipo fino ad un massimo dell'8%: la bocciatura di Boeri è giustificata dall'eccessivo costo per la finanza pubblica che arriverebbe toccare gli 8 miliardi e mezzo di euro nel 2030.

Allo stesso modo, anche la "Quota 100", ossia un calcolo pensionistico basato sul mix di età e contributi, produrrebbe un costo di 10 miliardi e seicento milioni nel 2019 per le casse dello Stato.

Riforma pensioni, l'ipotesi della pensione anticipata con l'opzione donna anche agli uomini

Come riporta Il Sole 24 Ore, Boeri ha invece giudicato come "condivisibile" l'ipotesi di estendere l'opzione donna anche agli uomini: in tal caso, la pensione anticipata rispetto all'età prevista per la pensione di vecchiaia verrebbe calcolata tutta con il metodo contributivo.

Da rivedere sarebbero, però, sia l'età minima per la pensione che gli anni di contributi necessari: attualmente, per l'opzione donna, sono necessari, rispettivamente, 57 e 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti ed autonome e contributi versati per 35 anni.