Arrivano nuove dichiarazioni sindacali in merito alla previdenza da parte dei sindacati, con particolare riferimento alle recenti polemiche relative alla gestione dei conguagli nei 730. "Apprendiamo da un confuso comunicato stampa dell'Inps che non tutti i conguagli irpef dovuti ai pensionati saranno pagati nel mese di agosto. Dopo il pasticcio della 14esima non erogata a decine di migliaia di pensionati, un altro scivolone dell'Inps". Sono i commenti del Segretario Cisl Gigi Bonfanti, che sottolinea in questo modo il disagio evidenziato da diversi iscritti, dopo aver notato la mancanza dei conguagli all'interno del cedolino riguardante il mese di agosto 2015.

Cisl chiede all'Inps di avere il numero di pensionati coinvolti, mentre ribadisce no al contributivo 

Stante la situazione, il sindacalista della Cisl ha chiesto all'istituto di previdenza di comunicare l'entità esatta del numero dei soggetti che non vedranno l'erogazione del conguaglio nei tempi previsti; ma con l'occasione ha anche suggerito a Boeri "di occuparsi meno di politica con strampalate proposte di ricalcolo delle Pensioni in essere, che generano il panico tra i pensionati, e più di gestione dell'Ente". Un chiaro richiamo all'opzione del pensionamento anticipato tramite ricalcolo contributivo suggerita più volte dal Presidente dell'Inps come ipotesi virtuosa di flessibilità, nel tema dell'apertura del welfare previdenziale ai lavoratori disagiati.

Previdenza pubblica, sindacati restano in attesa di conoscere quale sarà la proposta definitiva del Governo

Nel frattempo le principali sigle sindacali attendono il riscontro dell'esecutivo e dei tecnici del Mef su quale sarà l'effettiva opzione di prepensionamento che sarà offerta all'interno della prossima legge di stabilità, a tutela di chi è stato duramente colpito dalla legge Fornero.

Oltre alla già citata ipotesi di ricalcolo contributivo, sul tavolo del Governo vi sono numerose alternative: dall'adozione del sistema a quote con una penalizzazione contenuta al 2% l'anno fino all'uscita per i precoci con 41 anni di versamenti senza penalità, oltre che alla conferma dell'opzione donna per le lavoratrici che vorranno ottenere la quiescenza già a partire dai 57 - 58 anni di età.

Ma a fare da spartiacque tra le diverse opzioni vi è poi la questione delle coperture finanziarie, che sembrano rappresentare al momento il principale ostacolo alla realizzazione di nuove misure di flessibilità previdenziale. Per capire in che modo si evolverà effettivamente la situazione, bisognerà però attendere il prossimo settembre, quando il Parlamento si accingerà a discutere in via definitiva la nuova legge di stabilità.

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