I lavoratori usuranti e precoci continuano ad incalzare il Governo per ricevere finalmente risposta al loro problema causato dall'entrata in vigore della Legge Fornero. Si tratta di tutti quei lavoratori che hanno iniziato a lavorare in giovane età e, a causa delle vecchie norme pensionistiche dettate dall'ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero che hanno contribuito ad aumentare ulteriormente l'età pensionabile, non hanno ancora avuto la possibilità di usufruire del trattamento previdenziale.
Ddl Damiano, i lavoratori precoci chiedono l'approvazione
Stando a quanto riportato sul sito d'informazione "Pensioni Oggi", i lavoratori precoci avrebbero chiesto all'esecutivo l'approvazione del ddl n.857 elaborato dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che, consentirebbe l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica e 35 anni di contributi effettivamente versati pena una riduzione massima dell'assegno pari all'8 % o, in alternativa si potrà optare per l'uscita dopo il raggiungimento dei 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica e senza penalizzazioni.
Estensione dell'opzione donna sino al 2018
Sempre come riportato su "Pensioni Oggi", le intenzioni del Presidente Damiano arrivano sino all'estensione della cosiddetta opzione donna fino al 2018.
Da non dimenticare che, tale meccanismo consentirebbe alle lavoratrici di sesso femminile di usufruire della pensione anticipata dopo aver maturato almeno 57 anni di età e 35 anni di contributi a condizione che il loro assegno sia calcolato interamente col metodo contributivo. In altre parole, i lavoratori usuranti e precoci si dimostrano del tutto contrari alla proposta del Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Tito Boeri che nei giorni scorsi ha proposto il ricalcolo dell'assegno con il metodo contributivo che comporterebbe una riduzione del 30 % sul trattamento previdenziale.
Mentre le donne hanno accettato il taglio del 30 % visto che, hanno assunto il ruolo di car giver in famiglia e chiedono l'estensione dell'opzione contributivo donna sino al 2018 anche se il Governo dimostra una certa insicurezza.