Dall'1 agosto del 2015 per i pensionati scatterà l'appuntamento con gli arretrati. Sì, perché una volta tanto milioni di cittadini passeranno all'incasso. Trattasi delle somme legate prima alla sentenza della Corte di Cassazione, che ha bocciato la riforma Fornero, e poi all'apposito decreto del Governo che è stato già convertito in legge. Gli arretrati saranno calcolati applicando una rivalutazione a scaglioni in base alla regola che più bassa è la pensione più alti in percentuale saranno gli arretrati. L'Inps a titolo di esempio ha fatto presente che l'1 agosto 2015 gli arretrati una tantum saranno pari a quasi 800 euro, riconosciuti a titolo di rivalutazione al tempo congelata con la riforma Fornero, per chi è percettore di una pensione che è compresa tra 3 volte e 4 volte il minimo.

Per quel che riguarda la rivalutazione legata all'indice Istat FOI (famiglie di operai e impiegati), in accordo con quanto riporta Altroconsumo, ai fini del calcolo degli arretrati gli adeguamenti sono previsti come segue: una rivalutazione pari al 40% per le Pensioni comprese tra 3 e 4 volte il trattamento minimo, 20% tra 4 e 5 volte il minimo, 10% dell’indice FOI rilevato dall'Istituto Nazionale di Statistica per pensioni tra 5 e 6 volte il minimo. L'importo una tantum del mese di agosto del 2015, riconosciuto ai pensionati, va così a chiudere il mancato recupero dell'inflazione per gli anni 2012 e 2013, ma chiaramente trattasi di rimborsi parziali e comunque discriminatori.

La posizione del Governo italiano, di assegnare una rivalutazione più alta a chi percepisce pensioni più basse, può essere infatti giusta se non fosse che secondo il parere diffuso, a partire da molte Associazioni di Consumatori, la sentenza della Corte Costituzionale sulla riforma Fornero è stata rispettata solo parzialmente. A sua volta però l'Esecutivo ha giustificato ogni decisione presa con la necessità di riconoscere gli arretrati ai pensionati e, nello stesso tempo, rispettare i vincoli di finanza pubblica.