Continua senza sosta il dibattito tra Governo, forze politiche e sindacati sulla riforma delle Pensioni, e in particolare sulle soluzioni da adottare per anticipare l'età pensionabile rispetto alle tanto criticate norme introdotte dalla Legge Fornero. Ultimamente, l'opera del Governo è indirizzata all'introduzione di maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, allo stesso tempo salvaguardando la tenuta dei conti pubblici, con i sindacati a tutela del reddito dei lavoratori e a vigilare che non s'inaspriscono le già alte penalizzazioni sugli assegni previdenziali.

Un altro argomento molto dibattuto, riguarda lo studio per l'introduzione di un reddito minimo garantito, per tutti quei lavoratori con un'età maggiore di 55 anni, che a causa della perdita del lavoro è l'impossibilità di accedere al sistema previdenziale, si trovano insieme alle loro famiglie nella difficile situazione derivata dalla mancanza di reddito lavorativo e di assegno previdenziale.

Le strategie in previsione della Legge di Stabilità

La forte disoccupazione ha portato molte famiglie italiane alla soglia della povertà, e già con il Jobs Act era stata paventata la possibilità di introdurre un salario minimo per contrastare la difficile situazione economica. Da più parti è richiesta al Governo l'adozione di misure efficaci in contrasto al disagio economico, a partire dalla prossima Legge di Stabilità.

Le istituzioni, sono coscienti del fatto che occorre favorire il ricambio generazionale, al fine di contrastare la disoccupazione giovanile che sembra non volersi arrestare, e per ottenere un'inversione di tendenza del fenomeno è indispensabile favorire l'uscita anticipata dei lavoratori più anziani, attraverso la creazione di nuovi strumenti di flessibilità.

La sfida maggiore è quella di favorire i pensionamenti anticipati senza penalizzare eccessivamente gli assegni previdenziali. Questo si potrebbe ottenere con il sistema delle quote, che offre la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo in cambio di una piccola penalizzazione sull'importo della pensione, e istituendo la soglia dei 41 anni di contributi obbligatori per i lavoratori precoci, indipendentemente dall'età anagrafica.

Le critiche al programma del presidente Inps Tito Boeri

Con il passaggio al sistema contributivo per il calcolo delle pensioni, inserito nel programma di riforma presentato dal presidente Inps Tito Boeri nei primi giorni di luglio, si è aperto un duro scontro con i sindacati, che asseriscono che il nuovo sistema di calcolo sarà totalmente a carico del lavoratore è porterà riduzioni fino al 30% dell'assegno previdenziale. Il Partito Democratico, ha presentato in Parlamento proposte alternative, con le quali sono permesse uscite anticipate dal lavoro con una penalizzazione massima dell'8%.

Al fine di arrivare a un accordo condiviso, i sindacati hanno richiesto l'istituzione di tavoli tecnici, per la definizione di protocolli unitari di relazione, con il fine di trovare adeguate soluzioni e dare serie risposte agli oltre 6 milioni di pensionati che percepiscono una pensione inferiore ai mille euro mensili, come riporta l'ultimo rapporto annuale dell'Inps sull'andamento dei conti.

Con l'arrivo della discussione sulla Legge di Stabilità, il Governo dovrà impegnarsi per adottare i cambiamenti necessari alla riforma della Legge Fornero, al fine di trovare soluzioni condivise e che soprattutto siano efficaci alla soluzione dei tanti problemi del sistema previdenziale italiano.