Dal 1° gennaio 2016 le Pensioni si vedranno ulteriormente alleggerite. L'abbassamento degli assegni previdenziali sarà un effetto fisiologico del ricalcolo di quei coefficienti che permettono, attraverso le quote contributive, la valutazione dell'importo pensionistico.

Dalla riforma Dini 1995 al decreto del ministero del Lavoro del 22 Giugno 2015

Una prima modifica sostanziale in materia previdenziale ed in termini di quote contributive è stata attuata nel 1995 con la riforma Dini: i coefficienti per trasformare le quote contributive in parte dell'importo pensionistico vengono correlati all'età dell'individuo in occasione del conseguimento della pensione; maggiore è l'eta al momento della pensione maggiore sarà la stessa.

Una prima diminuzione di questi coefficienti a causa dell'innalzamento della speranza di vita si verifica nel 2007 con la riforma Damiano. Un'ulteriore normazione è stata poi aggiunta con il decreto legge 78/2010: ad ogni aumento della speranza di vita deve corrispondere un ricalcolo dei coefficienti utili ad implementare la quota contributiva nella pensione. Quello pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale è stato l'ultimo ricalcolo con cadenza triennale; infatti dalla prossima revisione in programma nel 2019, in seguito a quanto stabilito dal decreto Salva Italia, la cadenza sarà biennale.

Un esempio esplicativo della situazione può essere fatto considerando il classico profilo del lavoratore medio, che nel 1995 non aveva ancora raggiunto quota 18 anni di contributi, e che si appresta a conseguire la pensione di vecchiaia l'anno successivo con un'eta anagrafica di 66 anni e 7 mesi: considerando una ammontare contributivo di circa duecento mila euro a fine anno si troverà otto euro in meno rispetto a chi è andato in pensione, con le stesse caratteristiche, prima del 1° gennaio 2016.

Per chi già avesse tutti i requisiti atti al conseguimento della pensione, l'unico modo per evitare il ribasso dei coefficienti trasformativi in seguito all'aumento della speranza di vita è quello di dire addio al mondo del lavoro entro novembre 2015, o entro dicembre 2015 per il settore pubblico.