'Bisogna affrontare il nodo della flessibilità in uscita, la chiusura del capitolo esodati e la garanzia di uno strumento di sostegno al reddito per i lavoratori con più di 55 anni senza lavoro senza dimenticare il problema delle ricongiunzioni onerose': così Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, ha inteso ribadire i temi forti sui quali doversi concentrare all'alba di una settimana che potrebbe rivelarsi decisiva. Parlando di riforma pensioni 2015 e prepensionamento, l'ex ministro ha ribadito la fondatezza della propria proposta (uscita a 62 anni più 35 di contributi con penalizzazioni massime dell'8%), ma rimane da capire quanto sia ampio il sostegno attorno a questa misura e se davvero lo Stato italiano potrà sobbarcarsi i costi previsti. Anche il decreto rimborsi, che a breve passerà al vaglio del Senato, continua a far discutere: Damiano si è detto abbastanza soddisfatto, il vice presidente della Commissione Lavoro Renata Polverini ha parlato di 'provvedimento che non restituisce il maltolto ai pensionati', Pacifico dell'Anief ha invece minacciato ricorsi immediati. Paiono infine infondate le voci che parlano di un possibile avvicendamento Boeri-Damiano alla guida dell'Inps.

Novità riforma pensioni 2015 e prepensionamento, Damiano spinge per il meccanismo 62-35 ma non sostituirà Boeri all'INPS

'Per quanto riguarda la flessibilità in uscita attendiamo di conoscere gli intendimenti del Presidente dell'INPS, Tito Boeri, che ha messo a punto un dossier di proposte per riformare la previdenza e l'assistenza. Sulla flessibilità noi però abbiamo idee abbastanza chiare - ha proseguito Damiano -, nelle nostre proposte in esame in Commissione Lavoro vogliamo concedere la pensione a partire dai 62 anni di età con 35 di contributi e con un massimo di penalizzazione dell'8%, oppure con 41 di contributi indipendentemente dall'età, sia per gli uomini che per le donne. Siamo invece contrari al ricalcolo dell'assegno con il sistema contributivo'. Chiarissimo il programma Damiano, che parlando di riforma pensioni 2015 e prepensionamento ha messo le carte in tavola: si a proposte legate alla flessibilità, no all'adozione del contributivo puro che sarebbe troppo penalizzante per i lavoratori. Paiono invece del tutto infondate le voci di una sua 'salita' all'INPS al posto di Tito Boeri: se da un lato è vero che l'attuale presidente dell'ente previdenziale non riscuote grande credito da parte di Renzi e del governo, dall'altro non esiste sentore alcuno di un avvicendamento che a questo punto avrebbe del clamoroso. Stando alle notizie raccolte, per il momento non possiamo non definire fantascientifico un simile scenario.



Nel frattempo prosegue l'iter di conversione in legge del decreto rimborsi. Dopo il si della Camera si aspetta solo quello del Senato, ma in molti non si dicono convinti. 'Il Governo avrebbe dovuto trovare le risorse per assicurare la perequazione a tutti i pensionati non solo per una questione di giustizia sociale, ma anche perché il PD per anni e quotidianamente ha affermato che le sentenze vanno sempre applicate e non interpretate […] La sentenza della Corte produrrà elementi di crescita, ma saranno quelli dei tanti contenziosi che verranno messi in campo per ottenere quanto dovuto. L'articolo 1 non va bene : va restituito tutto a tutti senza selezionare ad personam gli individui che avranno indietro ciò che è stato ingiustamente tolto' ha spiegato il vice presidente della Commissione Lavoro Renata Polverini seguito a ruota da Marcello Pacifico, presidente dell'ANIEF: 'L'attuale decreto legge sulle Pensioni, lo riteniamo illegittimo. Se il testo dovesse rimanere lo stesso anche al Senato ed essere cosi approvato e di conseguenza ratificato entro i 60 giorni necessari inizieremmo subito con dei ricorsi già dal mese di agosto'.