In occasione del convegno sul tema delle Pensioni organizzato dalla UIL a Varese, il segretario Generale Carmelo Barbagallo, conferma di essere in attesa della convocazione da parte del ministro Poletti per chiedere formalmente una modifica significativa della Legge Fornero. Consapevoli della necessità di dover dare flessibilità in uscita ai lavoratori, i sindacati chiedono che questo avvenga senza eccessive penalizzazioni. Nel suo lungo intervento, Il segretario si è soffermato più volte sull'impegno che il suo Sindacato sta ponendo sul fronte delle pensioni, ricordando che entro settembre vorrebbe dei passi concreti da parte del Governo, in mancanza dei quali si avrebbe una inevitabile mobilitazione, da decidere nei termini.

Tavolo di confronto tra sindacati e Governo

Le associazioni sindacali, chiedono a gran voce che la flessibilità in uscita sia controbilanciata dalla stabilità per i giovani in entrata, affermando di non essere d'accordo su quanto propone il Governo, e che questo comporta la necessità di dialogare. Anche la CGIL e la CISL si uniscono alla richiesta di apertura di un tavolo di confronto.

In particolare, la CGIL sottolinea la mancanza di argomentazioni concrete da parte del Governo, che da diversi mesi tergiversa sull'argomento senza arrivare a soluzioni soddisfacenti, mentre la CISL, continua a sostenere che la Legge Fornero ha bisogno di una profonda revisione, affermando che i lavoratori, e le lavoratrici in particolare, già dal prossimo anno subirebbero un peggioramento insostenibile delle loro condizioni.

Nel caso dell'introduzione dell'uscita dall'attività lavorativa con 41 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica e senza successive penalizzazioni sull'importo della pensione, le associazioni sindacali sarebbero favorevoli a un progetto unitario che avrebbe il fulcro nel ripristino della pensione di anzianità.

Naturalmente, a questo andrebbero aggiunte una serie di misure, da approvare celermente, per la soluzione definitiva del problema degli esodati. Uno dei punti maggiormente contestati della riforma da parte dei sindacati, resta quello della flessibilità, con posizioni molto distanti che al momento non lasciano prevedere una rapida soluzione della questione.

Il piano approntato dal presidente Inps Tito Boeri, prevede un largo anticipo della pensione, al prezzo insostenibile del cambio del sistema di calcolo, con l'adozione del sistema contributivo.

Il Piano Boeri

Secondo il presidente Boeri, la sua proposta di modifica della Legge Fornero sarebbe sostenibile per i conti pubblici, e soprattutto equa. Questo perché, il suo programma favorirebbe, tra le altre cose, la realizzazione della separazione tra previdenza sociale e assistenza, misura in discussione da molti anni ma mai presa in considerazione seriamente per mancanza di volontà politica. I cinque punti fondamentali del progetto Boeri, a suo dire, nel medio - lungo termine non comporterebbero nessun aggravio aggiuntivo per le già disastrate casse pubbliche.

Il tema centrale della riforma è la sua flessibilità, poiché i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica avranno la possibilità di poter andare in pensione anticipatamente, accettando un importo dell'assegno che sarebbe calcolato con il sistema contribuivo, che inevitabilmente subirebbe una riduzione. Secondo Boeri, la sua ipotesi è l'unica sostenibile per le casse dello Stato, perché non andrebbe a gravare sulle future generazioni, a differenza di altre proposte ferme in Parlamento.