Le ultime news sul tema pensioni non sono confortanti: dal 1° gennaio 2016, infatti, entreranno in vigore nuovi tagli che avranno come conseguenza diretta assegni previdenziali decisamente più bassi. Questo avverrà in seguito all'attuazione dei nuovi coefficienti per il calcolo delle Pensioni sulla base delle quote contributive e resteranno attivi fino al 2018. Pensioni più basse, dunque, con un calo che oscilla tra l'1,35% ed il 2,50% a seconda dell'età pensionistica e comunque minore rispetto a quelli che si sono registrati con la riforma Dini del '95 pari a oltre il 12%.

Come poter affrontare il problema di pensioni più magre dal 2016? Quali sono le soluzioni possibili e le news in tema di Riforma pensioni?

Pensioni più basse: possibile soluzione

Come far fronte ai tagli delle pensioni che interverranno dal prossimo anno? Il 2016 si aprirà con una brutta notizia dal punto di vista previdenziale poiché l'introduzione dei nuovi coefficienti per il calcolo delle pensioni, prevista in seguito all'allungamento della vita media, porterà ad assegni leggermente più magri rispetto al 2015. I tagli interesseranno tutti i pensionati, compresi coloro che entro la fine del 1995 contavano almeno 18 anni di contributi e che quindi continueranno a beneficiare del calcolo retributivo della pensione maturata fino al 31 dicembre 2011.

Il Corriere della Sera ha avanzato una possibile soluzione per far fronte ai - seppur esegui - tagli: lavorare di più per evitare - a parità di età - tagli di circa il 2% rispetto allo scorso anno.

Riforma pensioni 2015: continua il confronto sul tema

Le news sulla Riforma pensioni 2015 non mancano, in vista della pausa estiva di Camera e Senato fissata per l'8 agosto.

Fino ad allora, dunque, come sottolinea Il Giornale, tema saliente resta quello legato al ddl Riforme che include provvedimenti relativi non solo alle pensioni ma anche alla scuola, enti territoriali e terzo settore. Il confronto sul tema pensionistico tuttavia vede in prima linea Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, il quale in una nota ha confermato l'importanza della Riforma pensioni 2015 per il Governo sottolineata dal ministro Poletti, augurandosi al contempo che Renzi possa prendere in considerazione l'ipotesi della maggiore flessibilità in ambito pensionistico che prevede la possibilità di andare in pensione all'età di 62 anni con 35 anni di contributi ed una penalizzazione pari all'8% oppure con 41 anni di contributi a prescindere dall'età.

Tito Boeri, presidente dell'Inps, continua a puntare sul suo progetto per la riforma della pensione anticipata. La sua proposta si basa su una maggiore flessibilità in uscita con penalità, ovvero uscita anticipata con ricalcolo dell'assegno con il contributivo. In base al suo progetto, la pensione anticipata potrà essere possibile con almeno 35 anni di contributi ed età minima tra 57-62 anni. La penalizzazione sarà tanto maggiore quanto sarà elevato l'assegno che si riceverà. I lavoratori precoci, intanto, hanno accolto positivamente la proposta di Cesare Damiano in merito alla quota 41 e anche tramite diversi gruppi Facebook (ad esempio 'Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti') si augurano che il governo Renzi possa prendere seriamente in considerazione la proposta avanzata dal presidente della Commissione Lavoro della Camera.

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