Sono partiti ufficialmente i lavori per la riforma delle Pensioni. L'Inps, dopo aver presentato la sua proposta, la settimana scorsa in Parlamento durante la consueta relazione annuale, adesso è seduta al tavolo di confronto con i sindacati. Nel frattempo, il Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, Damiano fa una controproposta. Sembra una partita a scacchi con in palio il futuro di milioni di pensionati, mica poco.
Cosa proponeva l'INPS
Il presidente Tito Boeri, la settimana scorsa, ha presentato il suo personalissimo piano di riforma delle pensioni.
Oltre al contributo di solidarietà che vorrebbe infliggere alle pensioni più alte, la tutela degli over 55 che hanno perso il lavoro e che non hanno ancora diritto alla pensione, il punto più saliente del progetto è l'uscita anticipata consentita a determinati lavoratori. Si tratta della possibilità concessa a coloro che sono prossimi alla pensione, di uscire prima dal lavoro ed andare in pensione qualche anno prima. Nessun regalo però, infatti la condizione per l'uscita anticipata, almeno secondo la proposta dell'Inps, è che la pensione venga calcolata con il metodo contributivo, che da stime fatte sembra che porti ad una decurtazione dell'assegno pensionistico anche del 30%. Tito Boeri però nega che il ricalcolo contributivo porti ad un abbattimento così cospicuo della pensione, ma fatto sta che l'allarme c'è.
Se un pensionato deve percepire per esempio 1.000 euro al mese, aspettando che maturino i tempi, dovrebbe accettare 700 euro per uscire qualche anno prima. Sembra, oggettivamente, un po' troppo. I detrattori della proposta di Boeri sostengono che si va verso un altro flop, come l'anticipo del TFR in busta paga che Renzi ha concesso ma che pochissimi hanno sfruttato.
Cosa dice invece Damiano ed il suo PD
La controproposta di Damiano invece è sempre la stessa, la cosiddetta quota 97. Per il Presidente della Commissione Lavoro, l'uscita anticipata dovrebbe venire concessa a coloro che compiono 62 anni e che hanno 35 anni di contributi versati. Secondo quest'altra corrente di pensiero, la decurtazione dell'assegno pensionistico dovrebbe essere solo dell' 8%.
Secondo Damiano infatti non è giusto che l'uscita anticipata dal mondo del lavoro ed il conseguente anticipato pensionamento, sia tutto a carico del lavoratore che subirebbe il calcolo contributivo dell'assegno.
Quando è previsto il tavolo di discussione?
Giovedì 16 luglio è previsto un primo incontro tra Inps e sindacati a cui dovrebbe partecipare anche il Ministro del Lavoro, Poletti. Il progetto è di trovare soluzioni in tempi rapidi così da consentirne l'inserimento nella Legge di Stabilità in procinto di essere stilata per settembre.