Sede provvisorie e avvicinamenti, questo il dilemma che in queste ultime settimane sta affliggendo i numerosi insegnanti precari che entro il 14 agosto dovranno compilare ed inviare la domandina per la fase B. Il timore maggiore per buona parte dei docenti è quello di essere inviati in province molto lontane dopo anni di sacrifici trascorsi a fare punteggi anche in scuole paritarie e con poche ore.

Vediamo insieme di poter dare qualche indicazione sottolineando, tuttavia, che il governo potrebbe cambiarele cose in qualsiasi momento, ma intanto c'è da domandarsi le cattedre disponibili lo saranno realmente o sono già state occultate?

Assegnazione provvisoria

Le possibilità di poter ricevere incarichi solo provvisori almeno per quanto riguarda l'A.S. 2015/2016 sono tante e viene indicato dalla legge 107/2015 comma 98 che prevede la nomina di docenti provenienti dalla GaE i quali saranno nominati soltanto provvisoriamente,, mentre a partire dall'anno scolastico 2016/2017 i neo ammessi avranno la possibilità di richiedere l'avvicinamento a casa, sebbene le probabilità che questo avvenga siano decisamente difficili, ovvero sarà attuato un piano di mobilità straordinario che consentirà di ottenere incarichi verso destinazioni più vicini ammesso che vi siano posti e ammesso che non abbiano ottenuto incarichi per chiamata diretta da parte dei presidi la cui durata è pari a 3 anni.

Pro e Contro non presentando la domanda

Non poca confusione dunque, le possibilità di poter ottenere un avvicinamento sono davvero poche, per questa ragione tanti precari sono indecisi sul procedere con l'invio della domandina poichè sperano di poter ottenere supplenze che gli consentano di continuare ad insegnare nelle proprie province.

Un vero dilemma, anche perchè il non compilare la domanda potrebbe essere controproducente, le graduatorie potrebbero essere soppresse e quindi i docenti che non fanno domanda potrebbero essere definitivamente tagliati fuori ovvero depennati del tutto.

Attendiamo di conoscere nei prossimi giorni quale sarà la sorte dei nostri docenti, che ad oggi stanno subendo un vero è proprio regime dittatoriale in atto.