Chi in questi ultimi mesi ci ha seguito con costanza e pazienza, avrà potuto notare come il dibattito che si è sviluppato attorno al settore previdenziale sia stato serrato ma anche coinvolgente per il ricco contributo che si è avuto da parte di tutti, partiti, organizzazioni sindacali, associazioni di categoria, singoli. Ognuno per la parte di propria competenza e/o professionalità ha voluto intervenire e contribuire con suggerimenti o proposte di intervento nei confronti del governo. I loro suggerimenti, il dibattito serrato e talvolta anche acceso, fuori dalla maggioranza ma anche al suo interno, su come intervenire su una materia ostica quanto sentita qual è la materia pensionistica, di certo saranno oggetto di riflessione ma anche una buona base di partenza per arrivare a soluzioni condivise sulle scelte che lo stesso esecutivo dovrà compiere in occasione della prossima legge di stabilità, come ampiamente annunciato nell'ultimo periodo da diversi esponenti dell'esecutivo ma anche con le affermazioni del presidente del consiglio Matteo Renzi.

Precoci, over 55, donne, quota 96 scuola terreno di scontro ma anche d'incontro?

Ma su cosa l'esecutivo è chiamato ad intervenire prioritariamente in materia pensionistica? Quali sono le questioni da dirimere con urgenza e condivisione, oltre al tema più generale della flessibilità in uscita? La vicenda dei lavoratori precoci, di chi ha iniziato a lavorare giovanissimo ed oggi, pur avendo gli anni di contribuzione utili, non ha l'età per andare in pensione perché troppo giovane, è una questione che non può essere più rinviata né rinviabile. Sono cittadini che magari hanno abbandonato gli studi all'età di 14/15 anni per andare a lavorare e dare il loro contributo economico alle proprie famiglie e che oggi hanno oltre 40 di servizio alle spalle ma un'età inferiore ai 66 anni età anagrafica “capestro” della legge Fornero del dicembre 2011.

Ci sono gli operatori scolastici, quelli della quota 96 scuola, rimasti in servizio per un errore del governo Monti, “padre” della riforma pensionistica vigente. C'è la questione non meno spinosa dei lavoratori over 55 che sono rimasti senza lavoro e senza un sostegno economico, a cui bisognerà provvedere con immediatezza per non creare ulteriore povertà.

C'è infine l'opzione donna da prorogare per dare più possibilità alle donne madri e mogli di poter dedicare più tempo a figli, famiglie e vita sociale. Queste le questioni urgenti che devono essere affrontate nell'immediato alla ripresa dei lavori parlamentari. Poi c'è la questione più generale dell'uscita dal mondo del lavoro con nuove regole più attuali e più “socialmente utili”.

Insomma si profila un settembre impegnato e che di certo donerà alla storia, nuovi spunti d'incontro ma anche di scontro. L'importante è che alla fine si trovi una via d'uscita così come tutti si augurano.

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