La discussione sulla previdenza è ancora aperta. Con molta probabilità i provvedimenti riguardanti la flessibilità in uscita verranno adottati a settembre, momento in cui verrà elaborata la nuova Legge di Stabilità. Sono le intenzioni del Governo Renzi e lo ha lasciato intendere il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che, a margine dell’incontro organizzato dai sindacati Spi Cgil e Cgil tenutosi a Bergamo nei giorni scorsi, ha dichiarato: “il Governo ha indicato di voler intervenire sulla Legge Fornero in occasione della prossima legge si stabilità.

Staremo a vedere quali saranno le proposte anche se noi abbiamo le idee chiare su come si deve intervenire”.

La proposta Damiano, valida ma costosa

L’esecutivo è propenso all’abolizione delle penalizzazioni sugli assegni dei lavoratori usuranti e precoci sino al 2017 visto che si tratta di quei lavoratori che hanno iniziato a svolgere la propria attività lavorativa in giovane età. Le proposte in Commissione Lavoro alla Camera non mancano e i lavori sono già stati avviati. È lo stesso Damiano a proporre l’uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica accompagnati da 35 anni di versamenti contributivi pena una decurtazione massima dell’8% sull’assegno previdenziale. In alternativa, sempre secondo l’idea del deputato del Partito Democratico, un lavoratore potrà andare in pensione dopo aver maturato almeno 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica e senza alcun tipo di penalizzazione.

Si tratta di una proposta valida ma allo stesso tempo costosa. Infatti i costi da sostenere potrebbero ammontare a circa 10 miliardi di euro considerando il fatto che la vecchia riforma pensionistica varata dall’ex ministro Fornero assicurava alla casse statali risparmi per circa cento miliardi di euro: “L’alternativa sarebbe a strumenti di sostegno del reddito pagati comunque dalla collettività”, afferma Damiano.

Resta ancora aperto il capitolo esodati, per i quali è prevista l’approvazione di una settima misura di salvaguardia visto che, i precedenti provvedimenti di tutela non sono bastati a tutelare definitivamente questa categoria.