Ipotesi di ricalcolo, flessibilità in uscita, equità nel sistema previdenziale, reddito minimo, ozione donna, sono questi i temi al centro del dibattito di questa rovente estate, questioni pendenti da anni. Temi che animano dibattiti e riflessioni.

Proposte e valutazioni in incontro Boeri-manager

Di questi temi si è anche parlato in un incontro che si è tenuto in questi giorni fra il presidente dell’Inps, Tito Boeri, e una delegazione di rappresentanti del mondo della dirigenza e delle alte professionalità pubbliche e private: la Cida, il Cosmed e Confedir.

Lo scopo dell’incontro, come viene riportato da “pensioniOggi”, è stato quello di illustrare al presidente Boeri, non solo le riflessioni ma anche la posizione dei dirigenti pubblici e privati sui principali temi previdenziali. I manager hanno consegnto a Boeri valutazioni ed ipotesi di intervento tese a valorizzare il loro ruolo, ma anche l'indisponibilità a misure penalizzanti dei trattamenti pensionistici, sottolineando gli effetti negatividei ripetuti blocchi, della perequazione automatica e dei vari contributi di solidarietà. Boeri, raccogliendo il loro “cahier de doleances" ritiene condivisibili alcune valutazioni, quali le politiche attive e non assistenziali per favorire l'occupazione giovanile, e si è dichiarato disponibile a farsi anche interprete delle posizioni della dirigenza circa il tema della previdenza nei confronti del governo.

"Si è trattato di un appuntamento che le tre sigle hanno considerato positivo e foriero di nuovi incontri e approfondimenti tecnici", si dice in un comunicato diramato al termine dell'incontro.

Inps, commercianti pensionati super pagati

Intanto, proprio dall'Inps vengono diffusi, in questi giorni, dati non certamente favorevoli per coloro che percepiscono Pensioni erogate dalla gestione commercianti, calcolate in base al sistema retributivo.

Nove pensioni su dieci, come riporta sempre la rivista specializzata “PensioniOggi”, risultano superiori ai contributi versati.

In base ai dati forniti dall'Istituto previdenziale, un operatore del commercio pensionato nel 2006 a 58 anni, nel gennaio 2015 ha percepito una pensione di 3.450 euro, con 1.250euro in più rispetto a quanto percepirebbe con il calcolo contributivo.

Inoltre, chi è andato in pensione nel 2014 a 66 anni con il ricalcolo contributivo, vedrebbe il suo assegno pensionistico ridursi di 790 euro, passando da 2.220 euro lordi a 1.430 euro. Su queste anomalie, secondo il presidente Inps, Boeri, bisogna intervenire.

Sull'altra sponda della flessibilità in uscita c'è la posizione di Damiano.

Per quest'ultimo e’ “esagerata e scoraggiante” la proposta del ricalcolo della pensione con il contributivo. La sua proposta è quella di permettere di andare a 62 anni in pensione con almeno 35 anni di contribuiti, con penalizzazione massima dell'8%. “Ci sono delle incongruenze che devono essere sanate - sostiene Damiano - e introdurre un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico è una manovra di politica economica occupazionale.

Con la flessibilità aiutiamo qualche figlio e nipote a entrare nel mondo del lavoro, facilitando i turn-over”. Certo, la scelta che il governo dovrà operare non è delle più semplici. Occorrerebbe un grosso lavoro di sintesi. L'importante è arrivare alla legge di stabilità con le idee chiare e condivise, come tutti chiedono ed auspicano.

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