Più flessibilità in uscita dal lavoro ma le risorse per finanziare le nuove forme di pensione anticipata a partire dai 62 anni dovranno essere recuperate senza fare danni ai conti pubblici, per questo saranno inevitabili le penalità sugli assegni previdenziali. Renzi e Padoan hanno comunque riacceso le speranze, confermando nella settimana di Ferragosto che interventi per un restyling al sistema pensionistico sono in arrivo con la prossima legge di Stabilità che si dovrà discutere in Parlamento dopo le vacanze estive.
Pensioni, vice ministro all'Economia: possibili aggiustamenti per la flessibilità in uscita
Ma mentre la minoranza del Pd incalza il governo per una riforma Pensioni che sia di giustizia sociale dopo i danni provocati dalla legge Fornero, la maggioranza dei renziani nel partito e nel governo frena sulla rottamazione della manovra previdenziale del Governo Monti. Si è fatta sentire non ha caso dopo le rassicurazioni di Renzi e Padoan la voce del vice ministro dell'Economia e delle Finanze Enrico Morando (Pd)."Interventi" sul sistema pensionistico e "aggiustamenti" vari "sono sempre possibili - ha detto intervenendo questa settimana - e anche auspicabili". Ma per l'esponente dell'esecutivo non è necessario fare una nuova riforma pensioni che smantelli completamente quelle realizzate dai precedenti governi "tra il 95 e il 2012", per questo motivo parla solo di "aggiustamenti" tenendo presente che introdurre nuove forme di flessibilità per l'accesso al prepensionamento senza prevedere penalizzazioni sulle pensioni potrebbe essere dannoso per la finanza pubblica.
Infatti, Morando sottolinea che gli interventi per modificare il sistema previdenziale, "possibili e auspicabili", non "devono implicare - ha sottolineato il vice ministro all'Economia - trasferimenti di risorse dello Stato".
Previdenza, Morando: non è necessario rottamare la riforma pensioni Fornero, occhio ai conti
Bisogna prevedere sì nuove misure per flessibilizzare l'accesso alla pensione anticipata, ma occorre "muoversi - ha spiegato Morando - dentro la spesa previdenziale".
Questo il ragionamento del vice ministro all'Economia che ha preferito questa settimana non entrare nel merito delle diverse proposte per i prepensionamenti e sulla loro sostenibilità finanziaria. Per evitare di "creare allarme", ha spiegato Morando, è meglio parlarne "quando avremo un'ipotesi ben definita". Aldilà delle promesse e delle buone intenzioni è chiaro che il Governo Renzi, in materia previdenziale, non ha le idee chiare e comunque si trova stretto nella morsa tra la consapevolezza che è necessario intervenire ("tasse, lavoro e pensioni", le priorità indicate dal premier) ma che è altrettanto necessario fare attenzione a non "destabilizzare" i conti pubblici.